Quando Micheli racconta l’opera

 

 

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In un saliscendi vertiginoso tra cultura alta e cultura bassa il grande affabulatore Francesco Micheli presenta a Macerata le tre opere del prossimo Festival.

Due serate con sponsors del territorio : la prima sera gli ordini professionali , la seconda le organizzationi di categoria .

In più la mattina le scuole secondarie della provincia.

La voce si è arrochita , parla per due ore filate , i mezzi sono modesti : uno schermo dietro su cui proietta di tutto , un pianoforte e una volentierosa soprano coreana con cui dialoga continuamente : lui Conte di Luna, lui Otello , lui Polione .

Si vede chiaramente che si diverte ma nel contempo incanta il teatro gremito .

A me , disincantata spettatrice di tanto teatro , ricorda il miglior Paolini , “i tellers” , i raccontatori abili che nel nostro teatro sono piuttosto rari.

Mi diverte la sua disinvolta commistione : un pò di Senso di Visconti , un classico per spiegare ai giovani l’importanza del melodramma nella nostra storia , poi velocemnete si serve di Spielberg con la musica dello Squalo per arrivare a Jago , ma non gli basta e ci mette anche Vasco Rossi così i più giovani restano avvinti .

Quando poi arriva a Norma con una ulteriore capriola divertente si serve di Asterix e Obelix per spiegare i Galli.

Disinvoltamente capriolando con la sua notevole capacità culturale lega insieme le tre opere ,qualche volta il legame è un po’ tirato , qualche volta un po’ meno.

Difficile mettere insieme le montagne della Spagna con il Mediterraneo , ma lì si serve del riferimento ai Rom ed il gioco è fatto.

Legami tutti validi intorno al” mare nostrum” in cui alla fine si gioca anche la carta “facile” del passaggio da Norma a Medea per chiudere con la casta diva della Callas..in certi momenti sembra che il suo discorso sia un po’ tirato per una come me , ma il pubblico è incantato e capisco che ha trovato una chiave di lettura ibrida e valida per arrivare a tutti .

Il silenzio con cui lo segue tutto il Lauro Rossi , pieno all’inverosimile ( per due sere di seguito) ne è la conferma e so che fuori c’è ancora la fila di chi vorrebbe entrare.

Certo che Otello era un extracomunitario , certo che la storia l’aveva scritta Shakespeare , e butta là anche i quattrocento anni dell’anniversario della nascita .

Ci mette di tutto , anche l’omaggio alle donne siriane e gli viene tutto bene .

Ce ne fossero in Italia di divulgatori come lui !

Ovviamente c’è anche un po’ di legame col fuoco : la Pira del Trovatore con la pira finale di Norma ..e per Otello?

C’è il fuoco dei festeggiamenti degli abitanti di Cipro ed il gioco è fatto.

S’è un po’ incartato sulla storia di Manrico / Garcia ma sfido chiunque a raccontare con chiarezza la trama del Trovatore , specie se come ha fatto lui la prende dalla coda.

Quando alla fine , sudato e stanchissimo e io entusiasta sono andata a salutarlo dicendogli che ci avrei fatto un pezzo mi ha detto che gli facevo più paura di Paolo Isotta!
No , Francesco , nessuna paura , io sono una tua fanatica ammiratrice :Il tuo spettacolo , perché di spettacolo si tratta ,meritava pure la registrazione anche se tu con leggerezza hai detto che era ..una cosina.

Una cosina di due ore abbondanti davanti ad un teatro incantato e gremito in ogni ordine di posti. Grazie a nome di tutti.

 

 

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