Secondo una seria indagine in Italia i cattolici praticanti sono circa il 20 per cento della popolazione e credo che una parte di questi , cioè quelli che vanno alla Messa domenicale considerino quei 7/8 minuti dell’omelia (, ma da molti è chiamata predica;) una specie di pausa mentale durante la quale pensare ai fatti propri.
D’altronde esistono omelie precotte sul sito della CEI , così che i sacerdoti possano anche servirsene senza dovere studiare le letture domenicali.
Poi , ma sono rari , ci sono i sacerdoti colti , quelli che fanno riferimento alle letture bibliche , le inquadrano storicamente e ne fanno una specie di lezione ad uso però dei pochissimi che magari hanno la curiosità di sapere qualcosa su quella prima lettura biblica della quale non capiscono niente .
In Italia la Bibbia non la legge nessuno e di conseguenza l’omelia viene regolarmente incentrata sul brano evangelico che è la parte più facile.
Per non parlare del Salmo che spesso è pura poesia ma sta sospeso lì in mezzo e non lo calcolano neppure i preti che dovrebbero commentarlo.
Succede però che ogni tanto succeda qualcosa di divertente e che fa riflettere : un prete , neanche giovanissimo , si diverte a intrattenere l’uditorio usando le parole delle canzoni ( che orrore ! ) addirittura del festival di Sanremo.
Scandalo e ironia , successo e indignazione : ci ho trovato di tutto nei commenti sui social.
Peccato , perché quel prete così all’altezza dei tempi ,non ha fatto altro che riprendere la bella tradizione che un tempo faceva sì che si andasse in chiesa per ascoltare con divertimento quello che aveva da dire quel poveruomo lassù in alto sul pulpito.
In fondo anche quel monaco agostiniano che si chiamava Lutero faceva la stessa cosa.
Scandalizzava le genti facendole ascoltare veramente.