Lo studio delle lingue

Leggo sulla stampa di oggi un appello dei docenti di lingua tedesca dell’Emilia Romagna che chiedono il ripristino delle loro cattedre perdute perché in pochi anni in una regione peraltro ad alta vocazione turistica questo insegnamento è venuto a mancare in maniera impressionante .

Torno allora sull’argomento anche perché invece  la mancata conoscenza della lingua tedesca rappresenta uno dei miei rimpianti di gioventù : ho cominciato a studiare questa lingua troppo tardi , quando ormai semmai si comincia a scordare e me ne dispiaccio.

Lo dico ai giovani che preferiscono , oltre all’inglese ormai consueto per tutti che si perdono molto non coltivando questa lingua tanto complessa ma anche carica di stimoli per la formazione del pensiero.

In realtà le nuove generazioni hanno da un pezzo abbandonato anche il francese tanto caro alle nonne e si sono spesso rifugiati nell’apparentemente più facile spagnolo.

Girando un po’ per il mondo in questa ultima parte della vita la conoscenza , magari anche modesta, di un po’ di lingue mi ha permesso di entrare in contatto con tante persone , di viaggiare senza paura , in ultima analisi , di sentirmi una cittadina europea a tutti gli effetti. 

Gli italiani , mediamente , sono molto più scarsi nella conoscenza delle lingue dei loro colleghi europei e spesso in giro ho raccolto complimenti proprio perché mi considerano una italiana anomala.

Quindi oggi  mi pare giusto ancora una volta  rinnovare l’appello allo studio delle lingue.

Ci si capisce meglio se ci si intende , se si riesce a scambiare compiutamente il proprio pensiero,  non a caso anche nel mondo musicale sono più bravi e più convincenti i cantanti che capiscono le parole che cantano.

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