cerco disperatamente libri non solo da rileggere e premesso che una certa narrativa italiana attuale non mi piace proprio vado cercando tra gli scaffali qualcosa che mi piaccia e che mi permetta di estraniarmi dalle chiacchiere da spiaggia , anche se andando al mare prestissimo e venendo via quando arriva “ la gente” di chiacchiere ne sento davvero poche.
Così ho preso in mano un Sandor Marai ( la bella narrativa ungherese tra le due guerre!) e mi immergo nella lettura .
Ma la cosa buffa è che mentre leggo mi sembra di sentire la musica di Arabella , ormai sono così condizionata dall’atmosfera straussiana che non riesco a leggere senza un sottofondo.
Mi vedo Mandrika da tutte le parti , i Grand Hotel di un tempo , i vestiti alla Jean Harlow, insomma Grand Hotel Budapest di Wes Anderson con il colore e l’odore perduto di un mondo talmente lontano che leggere Jane Austin diventa molto più attuale .
Anzi , proprio rileggendo uno dei suoi straordinari ritratti di donna , le storie dei suoi intricati amori che profumano di lavanda avevo già passato una buona metà di questo mese.
In fondo sono un po’ come Minnie quando Dick Johnson le chiede : vi piace leggere ? e lei risponde sognante : si , mi piacciono le storie d’amore.
Poi in realtà non è proprio vero che mi piacciono solo le storie d’amore , c’è tutta una saggistica che adoro e sono sempre alla ricerca di una buona biografia di Giuseppe Verdi , sull’argomento accetto ancora suggerimenti.
Ho consumato letteralmente tutti i libri di Quirino Principe e quelli di Mario Bortolotto : su Mahler , Strauss e la liederistica potrei passare tranquillamente un esame.
La prossima volta vi parlo di cinema.