La grande madre Russia

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Ai giorni nostri capita spesso e forse anche un po’ di moda vedere nei cartelloni dei grandi teatri opere russe .

Non era così all’inizio della seconda metà del secolo scorso quando per molti appassionati di lirica capitava di rado l’occasione di vedere in scena le opere di Mussorgsky , di Rimsky Korsakov , di Glinka e dello stessso Tchaikowsky , più considerato come autore di balletti.

 

Fu così che quando fu messa in scena a Firenze la Khovanschina la mia mamma si fece tutte le repliche entusiasta.

C’è da dire che lei amava i bassi: suoi idoli erano Nicola Rossi Lemeni e Boris Kristoff  ed è evidente che si trovasse nel suo elemento con questo genere di opere .

Il Boris Gudonov e la Khovanschina erano in testa alle sue preferenze , soprattutto la seconda , così ricca di cori che , parole sue, erano un concentrato , quasi una summa dell’anima slava.

In suo onore ho voluto risentire la Khowanschina , riproposta in questi giorni su Classica nella bellissima edizione di Monaco con la direzione di Kent Nagano.

Cinque atti , quattro ore abbondanti di musica , confesso di averla registrata e poi vista a rate perché una cosa è stare a teatro , un’altra sul divano di casa , laddove il rischio “ colpo di sonno” è pericolosamente in agguato.

Devo obbiettivamente dire che il regista Dmitri Tcherniakov quando ha a che fare con le opere del repertorio di casa sua è molto bravo e questa edizione lo conferma assolutamente.

Grandi voci russe, se si escludono i “giovani” Camilla Nylund e Klaus Kristian Vogt, su cui primeggia il grande basso ascoltato  nell’Onegin e anche  nel Boris :Anatoli Kotschenga.

 

Mi sono anche divertita a riprendere in mano la Storia russa del Gitermann , ascoltare e leggere si può fare benissimo e ho ritrovato anche la storia vera di questa congiura , una delle moltissime di cui è costellata la storia della Russia degli Tzar.

Quella lettura che mi aveva appassionato al tempo del mio viaggio in quella che allora si chiamava Unione Sovietica ogni tanto la rispolvero , soprattutto perché è impossibile ricordarsi tante storie complicatissime e tutte caratterizzate da orribili fatti di sangue e delitti .

Però aveva ragione la mia mamma : l’anima russa è ben presente in queste pagine di musica affascinante e soprattutto nelle pagine in cui emerge la liricità del personaggio di Marfa , la figura femminile più importante dell’opera.

Personalmente di quelle messinscene fiorentine ricordo un gran buio, grandi campanili a cipolla , le campane …e una certa noia aleggante sul tutto.

Devo dire che in questo caso i moderni allestimenti rendono queste opere corali molto più divertenti e personalmente mi mettono maggiormente in grado di apprezzarne la splendida musica.

 

 

 

 

 

 

4 thoughts on “La grande madre Russia

    • Anche io l’ho cercata , per ora non l’ho trovata su youtube..io mi riferisco a quella del BSO che passa su Classica in questi giorni. Forse Anita stessa potrebbe aiutarci … Chiederemo

  1. Bravo Adriana!!!,per il articolo operistico;che tanto mi piace.Cognoscevo Boris Gudunov,ma no la Kovanschina.È un privilegio ascoltare un’opera per prima volta,e grazie a te.
    Anche ascoltato nel diretto a Nagano,simfonica soltanto; piccolo di statura ma grande come conduttore.

    • Ho avuto un grande successo con questo piccolo pezzo!
      Qualche volta non si sa neppure perché..mm.m

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