La fatal pietra

In principio fu Pappano. Quando  sir Tony mi fece finalmente ascoltare l’Aida a Roma in forma di concerto capìi finalmente quanta splendida musica Verdi avesse messo in quel suo capolavoro  :

non che non avesso mai visto l’Aida prima , vista non sentita bene molte volte e non riuscivo ad apprezzarne la potenza e le grandi pagine soprattutto del terzo e quarto atto. 

Certo che a tutto questo contribuiva anche il cast e mi comprai subito il CD ascoltato mille volte.

Poi andai a Monaco per “vedere” un’Aida un po’ ridicola anche se c’era Kaufmann e idem un’assurda Aida con i burattini a Parigi e quella volta odiai veramente la regia cervellotica.

Poi il miracolo in forma di concerto si ripeté a Napoli in Piazza Plebiscito e anche in quel caso la direzione significava molto .

La preziosità della partitura era esaltata dalla bacchetta di un raffinato Michele Mariotti, i cantanti ; tutti , fecero il resto.

E adesso alla vigilia dell’Aida areniana veronese so che qualunque sarà l’effetto tecnicolor della storica regia zeffirelliena mi basterà ascoltare per immergermi in quel falso Egitto che in parte mi rovinò l’Egitto vero perché mi sembrava di essere sempre tra le scene dell’Aida.

So che Zeffirelli fece un’Aida piccola piccola al Teatro Verdi di Busseto . un miracolo di raffinatezza per solo trecenti spettatori.

Purtroppo non sono sta ta tra i pochi felici che la videro e me ne dispiace . 

Alla vigilia della piccola trasferta veronese mi canticchio in testa “ la fatal pietra che su noi si chiuse” da un paio di giorni , un piccolo mantra personale con un occhio alle previsioni meteo , sempre importanti in queste occasioni. 

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