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Ho aspettato con molta curiosità la rubrica di divulgazione che Francesco Micheli ha inaugurato la settimana scorsa su RAI uno in un programma pomeridiano che si chiama Sabato In . Premesso che non guardo mai certi programmi per mia innata snobberia e che della Rai ( pagando rigorosamente il canone ) vedo solo alcune cose su Raitre attraverso la piattaforma Sky anche perchè abito in una zona dove il segnale digitale si riceve a fasi alterne ,ero comunque molto curiosa di vedere come poteva un grande affabulatore spiegare la lirica il sabato pomerigggio sulla Tv generalista. Ebbene , a parte che Francesco lì dentro è proprio sprecato , la mia delusione è stata totale. Non si può affrontare la Tosca raccontando il plot narrativo senza entrare minimamente nella storIa. La Storia con l’A maiuscola degli eventi di quel 14 giugno 1800 , giorno della battaglia di Marengo e senza spiegare magari molto semplicemente cosa ha rappresentato Puccini nel melodramma. Le facce distratte e distaccate inquadrate tra il pubblico del salottino buono per tutte le stagioni mi facevano tristezza .
Ho molto riflettuto prima di accingermi a fare questa valutazione che comunque non vuole essere una critica…a chi ci prova.
Ricordo anni fa un programma di Baricco che si chiamava L’amore è un dardo col facile gioco di parole sulla romanza del Conte di Luna nel Trovatore . Era un programma di nicchia , a tarda serata , niente a che vedere col tentativo Micheli ma aveva il raro pregio di esser abbastanza esaustivo sugli argomenti trattati e anche molto divertente . La strada della divulgazione della lirica oggi tra le giovani generazioni è decisamente in salita : un mio nipote che quando sale in macchina sente sempre qualcosa cantato da Jonas Kaufmann mi ha domandato : ma questo non riesce a cantare “normale”? Neanche l’ascolto delle Operette lo ha convinto , il cantare normale per lui è quel miagolio pop di cui sono piene le sue suonerie. Eppure una strada ci deve essere perché una volta in cui sono andata in un circolo giovanile a parlare proprio della Tosca portandomi dietro un bel DVD ho visto le facce interessate , la vicenda li aveva presi e anzi mi hanno invitata a tornare con un’altra…storia. Credo che decontestualizzare le arie celebri non sia di aiuto , sono le “storie “ che interessano e del resto le fiction seriali di cui è piena la nostra Tv e non solo la nostra non sono altro che storie melodrammatiche di amore , morte e tradimenti : i temi forti di tutto il melodramma dell’Ottocento . Chissà perché sennò tante nonne si sono chiamate Leonora , Aida , Amalia … La strada banale è quella sì di raccontare la storia , Francesco aggiusta il tiro , io mi fido di te , fai che il tuo spazio diventi più riservato , più alto sennò come diceva Pazzaglia in Quelli della notte : è il livello che è basso!
Comunque devo giustamente aspettare le prossime puntate , intanto mi potresti dire : a discorre non è fadiga , come diceva il saggio Barigello genius loci della cultura popolare anconetana.
S!i le storie…ci vogliono!!! Quelle che mi incantarono fin da piccolo…..Una suora infatti me le ha saputo raccontare così bene,che ancora ricordo il piacere dell’ascolto!
Arnold von…
Ci ho pensato parecchio prima di pubblicare , ma ritengo che fare delle critiche costruttive sia un dovere….
Non so se tu conosci un gruppo che si chiama “i Beiruth”, mia figlia li ascolta religiosamente da anni, prima ancora erano gli “oasis”, l’ho lasciata sempre libera nelle sue scelte musicali perche’ volevo che non si sentisse una diversa tra i suoi coetanei. Mi dicevo c’e’ tempo, ma poi mi sono accorta che il suo orecchio e’ or,ai viziato, per farmi contenta ogni tanto ascolta qualcosa con me, il Lohengrin ad esempio, ma piu’ perche’ le piace il tedesco e l’affascina la storia, ma le voci liriche mi accorgo che la infastidiscono e sul piu’ bello..si addormenta. Tuo nipote ha ragione: la voce lirica non e’ normale, e per loro e’ lo stesso fastidio che io provo ad ascoltare i Beiruth, specialmente in macchina. Che fare? secondo me bisognerebbe ammorbarli fin da piccolissimi, come hanno fatto le nostre mamme. Infatti quasi tutti i nostri “idoli” parlano sempre di un’educazione musicale avuta fin da bambini, non bisognerebbe mai farli raggiungere la puberta’ con la musica pop, a scuola poi ci vorrebbe un altoparlante che diffondesse Mozart o chi per esso fin nei corridoi. Cosi’, non si sa mai.
Questo ribrezzo tutto italico non lo registro in Germania ! E mi domando perche’ . Hai ragione , bisogna cominciare dai ragazzini , la scuola ha le sue belle colpe , col famoso piffero!
Per i grandi ormai e ‘ tardi , bisogna recuperare dai ragazzini , questa e’ la cultura italiana che va …a pallini.
Nel mio piccolo , anche se credo che Francesco non gradira’ il mio pezzo , non mollo . Su Rai uno non si deve sprecare un quarto d’ora in quel modo…..
La prima puntata non l’ho vista, ma la seconda con cavalleria rusticana, io non ho remore a dire che, altro che divulgazione, la gente scappera’ a gambe levate!!!!
Io non l’ho vista perché avevo uno dei miei figli a colazione , ma da quello che mi dici penso che il mio messaggio si sia perso nel vuoto. Peccato perché Francesco è in gamba …..