In morte di un Maestro

I

Lo sapevamo da tempo , il silenzio dopo il drammatico ricovero un mese fa , l’età tanto avanzata , tutto ci portava a pensare che l’ultima notizia sarebbe stata proprio quello che ho letto stamattina .

Però , forse , mi ha colto lo stesso impreparata , perché Camilleri faceva parte di quella rara specie di persone che se anche non lo avevo mai incontrato  era come se fosse in qualche modo una parte integrante della mia vita .

Ricordo esattamente quando una cara amica mi portò in regalo un librino blu della Sellerio :lo aprii distrattamente e vidi che era scritto in uno strano italiano e lo richiusi perplessa, ma quando lo riaprii e cominciai a leggere : era Il birraio di Preston , uno dei capolavori assoluti del grande scrittore ,uno dei suoi più felici libri storici , o per meglio dire di quei libri ambientati in un tempo lontano che ci raccontavano sotto un lieve velo di ironia il mondo di oggi , tra me e l’autore scattò un amore totale , incondizionato.

Ho scritto stamani di avere contati i trentasei libri blu , messi per taglio, più altri nove o dieci libri rilegati , quelli messi diritti ,proprio qua dietro le mie spalle mentre scrivo.

Non sono tutta l’immensa produzione dell’autore, sono quelli che ho sempre preso dal banco della libreria quando entrando ne vedevo la bella pila vicino alla cassa . Si perché Camilleri si vendeva bene , uno scrittore di enorme successo che era anche un grande fustigatore di costumi , un attento testimone del suo tempo ,politicamente e dichiaratamente schierato senza compromessi.

Quello strano italiano abbinato ad un siciliano inventato e prezioso lo hanno reso universale , non so in quante lingue sia stato tradotto , certo moltissime e la sua Sicilia è diventata nel mondo una terra anche più preziosa e universale di quanto sarebbe stato mai possibile immaginare negli anni novanta , quando cominciò il suo successo planetario.

Fra tutti i suoi libri uno in particolare mi è caro : uno strano titolo :L’ombrello di Noè, nasconde alcune preziose pagine sul teatro , lui che oltre a tutto era stato regista , sceneggiatore e insegnante all’Accademia di Arte Drammatica per un ventennio.

Amava il teatro di quell’amore profondo di chi lo sa fare , lo sa vedere , ne sa godere anche da spettatore.

Dietro il fumo della sua eterna sigaretta , con quella inconfondibile voce roca era riuscito lo scorso anno in una serata indimenticabile a immedesimarsi  nel ruolo di Tiresia al Teatro greco di Siracusa .Già cieco , senza nessun riferimento se non la su figura carismatica , aveva incantato gli spettatori silenziosi e meravigliati dalla lucidità del grande vegliardo.

Per fortuna di quella serata esiste la ripresa televisiva ed è un grande esempio di come si possa fare teatro , e che teatro , stando seduto , avendo simbolicamente accanto solo un bambino attento alle sue parole.

Aveva ancora in programma una serata in cui aveva intenzione di raccontarci la storia di Caino , il destino non ha permesso che questa serata , programmata proprio in questo mese  abbia avuto luogo.

So che aveva in mente anche di uccidere Montalbano , il commissario nato dalla sua penna felice , credo che ancora Camilleri farà in modo di stupirci con qualche effetto teatrale e credo anche che si divertisse a pensarlo.

Oggi ascoltavo una sua intervista nella quale rispondeva al giornalista che lo stava intervistando se pensava che l’Italia fosse un paese democratico.

La su risposta sorniona sembrava in prima battuta eludere la risposta : in Italia si fanno prove di democrazia , quando in teatro la prova generale va bene , poi non va bene lo spettacolo (verità assoluta!) ..ecco è bene che le prove vadano male , restiamo più sicuri per la riuscita dello spettacolo.

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