È proprio vero che in teatro non esistono piccoli ruoli , semmai esistono piccoli attori e questo è valido anche per il melodramma .
Non è questo il caso quando si ha Manuela Custer nel ruolo di Emilia nell’Otello di Martone .
L’Emilia di Manuela , che lei si è cucita addosso ( basterebbe vederla di spalle guardare stancamente la tv nella stanza di Desdemona nel quarto atto , un colpo di teatro che ne racconta la stanchezza di soldato annoiato ma anche la vicinanza attenta per la sua superiore che capisce angosciata).
Personaggio niente affatto minore , il suo gesto veloce nel raccattare il fazzoletto e la sua testarda resistenza al marito che glielo vuole sottrarre , dimostra se ce ne fosse bisogno anche la sua resa al “macho” prepotente ed è già una denuncia del ruolo suo malgrado di sudditanza femminile .
Ed è lei che denuncia forte e con rabbia l’assassino, quella porta che si spalanca sull’orrore della mente di Otello , lei alla fine ha la forza di accogliere la testimonianza della morente , in altre messinscene un po’ ridicole con la morta che parla ….
Eppoi c’è Desdemona : Maria esce come un soldato sulla barella ( nella vita militare certe cose meglio farle passare sotto silenzio ) la grande barriera di laminato ondulato lascia solo Otello con la sua follia e il suo rimpianto .
……il motivo del bacio ( e Wagner non è passato invano nella storia della musica , anche per Verdi ).
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Uscendo dal melodramma ed entrando nella vita vera attraverso questo fortunato incontro fuori scena ha avuto la gioia di conoscere una donna straordinaria , di una competenza musicale enorme , con un curriculum di tutto rispetto , un altro dono della dolcissima Maria.
Manuela Custer , alla quale ho dato con gioia la mia amicizia , non la banale amicizia social , quella vera quando si scoprono “ le affinità elettive”.
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