Mi concedo una pausa di frivolezza e pongo la mia attenzione su un problema decisamente molto marginale in politica : l’outfitt delle donne chiamate a rappresentare idee e paesi sul grande palcoscenico mondiale.
Fui persino richiamata da una mia attenta lettrice quando mi permisi di criticare una premier combinata in modo ridicolo : “non si giudicano le donne dall’abito ma dalle idee.”
Ebbene , questo è vero fino a un certo punto perchè se esiste il linguaggio della parola esiste anche il linguaggio del corpo e in tempi in cui l’immagine conta più di un tempo anche questo aspetto va considerato.
A suo tempo Angela Merkel lo risolse adottando una sorta di capo quasi maschile che aveva nel continuo cambio colore l’unica concessione alla civetteria femminile.
Del resto anche la Von Der Leyen ha adottato una formula simile , ripetitiva e sempre uguale .
Maestra inimitabile la defunta e rimpianta regina Elisabetta , mille varianti e uno stile inconfondibilmente sempre uguale a se stesso..
In effetti è un problema tutto femminile : gli uomini si vestono da secoli ormai con un modulo unico e le concessioni di fantasia le esternano solo gli esotici rappresentanti di paesi terzi che legittimamente portano il loro body message anche attraverso gli abiti nazionali.
Si porrebbe anche la necessità , in qualche modo , di rappresentare il proprio paese al meglio : in definitiva il Made in Italy fa parte anche del nostro Pil e se mogli di premier e regine ( ormai poche ) sono comunque attente al messaggio nazionale in Italia siamo davvero all’anno zero.
Mi domando perché una premier giovane che sceglie l’addetto stampa e consiglieri politici adeguati al suo pensiero non senta la necessità di avere anche qualcuno che la protegga dai suoi errori madornali in tema di abbigliamento formale.
Un inutile consiglio: se si ha una figura non particolarmente slanciata si abbandoni quel taglio di capelli ( diceva Drusilla Foer : ci vorrebbe un collo) e si dismettano abbigliamenti con i quali si va in giro comode se si scende dall’aero di stato in visita ufficiale come una massaia al mercato.
Non è questione di rappresentare al meglio la nostra immagine , perlomeno si potrebbe evitare di sembrare lì per caso , se ne avvantaggerebbe sicuramente l’italico prodotto modaiolo.