Due artiste

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Due artiste : due donne.

E’ difficile trovare due personalità così forti, due creature tanto dotate in un solo spettacolo.

Le loro vite si intrecciano in scena , non si intrecceranno mai nella vita , ovviamente escludendo una reciproca stima professionale e legate anche da uno strano fil rouge che solo i fedeli seguaci del mio blog potranno rintracciare.

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Così per un gioco delle parti il Trovatore diventa un’opera al femminile e la figura del protagonista sfuma nel confronto della madre e dell’amata.

Anita e Maria , due luminose stelle della lirica internazionale mi hanno regalato una nuova visione del capolavoro verdiano.

 

Sorvolando su una direzione banale , sui cori abbandonati a se stessi ( Belsadonna dove sei?) , in una produzione anglo/tedesca che comunque ha qualche sprazzo interessante , vedi il grafito iniziale che si trasformerà nel grande cuore di fuoco finale . La fiamma che attraversa la cupa storia d’amore e di morte è realizzata con abilità ed è valido anche l’uso del camper così caro a Bösch nella scena del campo ztigano che ne fa forse il momento figurativamente più felice dell’allestimento.

Le voci , mi dedico a quelle femminili perché è per loro che sono andata a Londra: un prezioso diamante Maria Agresta , una forza della natura Anita Rachvelishvili al debutto nel ruolo di Azucena.

Una particolare curiosità dell’allestimento ha rappresentato una figura femminile al proscenio che nel linguaggio dei segni mimava tutta l’opera con grande abilità.

Incuriosita ho chiesto alla fine il perché di quella presenza e mi è stato spiegato che nella giornata dedicata alla disabilità uditiva c’erano molti non udenti in teatro che in quello strano modo , attraverso gesti capaci di raccontare anche la musica potevano seguire l’intero plot narrativo.Cose della civilissima Inghilterra.

Uscendo nella notte piovosa con la testa piena delle mirabili arie verdiane resto sempre più convinta che la musica di Verdi si impreziosisce quando la bacchetta è italiana o comunque di livello culturalmente alto tanto da farci apprezzare i miracoli di alcuni passaggi psicologici, i fremiti del pensiero dei personaggi, la ricchezza della tavolozza cromatica.

Questo non avviene sempre e allora il Trovatore può esser sminuito nel “verdismo” di maniera e non basta che le nostre preziose interpreti abbiano aggiunto molto della loro personale sensibilità nei rispettivi ruoli.

Riparto comunque contenta ripensando al suono purissimo della voce diLeonora , alla potenza genuina della dolente Azucena.Altri Manrico ho amato nel tempo , altri Conti di Luna .

Qui riporto con piacere la segnalazione di un ottimo Ferrando ( Gabor Bretz) e la voglia di risentire ancora e sempre le immortali arie del capolavoro verdiano.

Questo mio piccolo pezzo stringato , buttato giù velocemente al rientro spiega anche il mio silenzio della due giorni londinese . Nella diabolica Albione fra le tante stranezze che la fanno unica se partendo uno si dimentica l’adattatore ( ne ho già ricomprati un paio ogni volta che ci vado ) si azzera la possibilità di comunicare attraverso le consuete forme del web.

Tornerò sulla cronaca a breve.

 

2 thoughts on “Due artiste

  1. Maria è una grandissima Leonora; l’ho sentita in una produzione con Marcelo Alvarez(lui loffio…) e comunque nel Trovatore le arie più belle sono le sue. Sicuramente anche Anita sarà stata all’altezza… Il fil rouge? Un illustre malato?!? Una Carmen, un Pagliacci, un Requiem e, incrociando le dita, un futuro Otello?…

    • Sei perspicace ! Le colleghe morte ammazzate ….con Maria che spera nel fututo delitto ….lei che è una creatura deliziosa

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