Si parla sempre di se stessi anche quando si usa genericamente la terza persona , ma stavolta voglio proprio parlare di me anche perché in un certo senso ancora una volta parlo di musica .
Da anni , cioè da quando lessi che sir Alec Guinness , cattolico , la mattina della domenica leggeva in chiesa stufo di sentire bistrattare le Letture ,mi offrii anch’io di farlo dato che insegnavo dizione ai ragazzi del teatro scuola.
Non ho mai smesso e così ieri sono andata tranquillamente all’Ambone per leggere il Passio.
Generalmente mi affidavano quella parte , genericamente definita Folla in cui si leggono tante piccole parti ma mai avevo avuto l’onere di leggere il ruolo del Cronista .
Ieri no , ero io Cronista , la lettura così drammaticamente avvincente non l’avevo mai vissuta e la cosa straordinaria era che mentre leggevo sentivo la Passione secondo Matteo di Johan Sebastian Bach nelle orecchie e ne seguivo interiormente la musica Mi sono emozionata e addirittura sbagliata più volte , generalmente sono molto professionale quando leggo in pubblico e poi l’uditorio delle otto e mezzo di mattina non era di quelli che mettono soggezione.
Sono stata travolta , come forse mai , da quel racconto così drammatico e così reale come se lo sentissi per la prima volta .
E’ stato come se mi stesse cadendo addosso tutta la tristezza del mondo , tutta la tragedia incarnata nella figura umana del Cristo.
Le figure parallelamente emergenti di Giuda e di Pietro , il traditore pentito e il codardo mentitore risaltano specularmente nel grande racconto immortale.
La musica di Bach nelle orecchie , l’emozione nella voce ; quando sono tornata nel mio banco ero ancora tremante.
Nel prendere l’ulivo benedetto dal cesto davanti all’altare ho preso il rametto più piccolo , un segno di pace minuscolo come minuscola è ormai la Fede di noi tutti in questo mondo.