Dei Social e della critica

Devo confessare che per me Instagram resta un modo abbastanza misterioso per interagire : l’ho scaricato e ci vado spesso solo perché su quella piattaforma ci sono i giovani e in questo modo ho più spesso notizie della mia famiglia sparsa un po’ nel mondo .

Infatti i ragazzi usano più volentieri questo mezzo per raccontarsi di quanto non facevano un tempo  , quando tutti stavano su Fb.

Ora lì ci stiamo noi e non sempre con leggerezza : mi è capitato di scrivere solo una mezza risoluzione di uno di quei giochini scemi in cui si deve scoprire cosa c’è scritto fra tante linee e io mi sono limitata a scrivere un pezzo del messaggio nascosto .

C’è da non crederci , ma c’è chi ha avuto il tempo e la voglia di correggermi scrivendomi a mò di rimprovero : apri bene gli occhi !

Per solito invece mi diverte nello scoprire in quei pochi secondi richiesti il numero o la lettera nascosta , adesso starò attenta a non farlo più , non vorrei rischiare di essere messa alla gogna se sbagliassi !

Scherzi a parte ci sarebbe da fare una considerazione più profonda sull’uso dei social da parte di noi adulti , ormai diventati una lavagna pericolosa quando si supera il livello di  condivisione , come dire , universale.

Per quello infatti io so di avere questo spazio mio , il blog , sul quale mi permetto divagazioni più articolate sapendo di rischiare in proprio e , come si usa dire , di metterci la faccia.

Qui mi permetto di praticare anche una funzione critica che sarebbe pericolosa altrove .

Non sempre mi piace tutto quello che leggo o rileggo : per esempio sono rimasta delusa rileggendo dopo molti anni quello che fu un libro di culto negli anni 60/ 70 del secolo scorso .

Ho trovato tanto costruito un libro che mi sembrò un miracolo di semplicità . Il Lessico familiare della Ginsburg rivela aldilà delle frasi che diventarono lessico di tutti ( non riconosco più la mia Germania per esempio ) , quanto di volutamente calcolato ci sia il raccontare in maniera disadorna le grandi frequentazioni della sua famiglia e il volere sorvolare sulla tragedia della morte di Leone Ginsburg fino a farlo diventare un inciso della narrazione .

Certe riletture a distanza di cinquant’anni come certi film un tempo molto amati rivelano drammaticamente il peso degli anni trascorsi.

Come al solito ( e tra intimi ) apro il dibattito.

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