Dalla Siria

Sono paesi  bellissimi quelli del  medio Oriente dal quale ero attirata e che ho avuto la fortuna di visitare in tempi lontani.

L’albero di Natale che metto davanti alla vetrata in salotto appoggia su un vecchio kilim un po’ liso che comprai ad  Aleppo , era da restaurare perché un po’ mangiato forse dai topi e il venditore alzò una tenda per farmi vedere i bambini per terra , al lavoro  , che lo avrebbero restaurato.

Lo pagammo in anticipo e tre mesi dopo ci arrivò  in un pacchetto di tela di sacco che già di per sé sembrava un capolavoro.

Sopra c’era scritto “Gift” e dimostrò che la fiducia è sempre ben ripagata quando è ben riposta.

Ripercorro i nomi di quelle bellissime città siriane :Damasco Latakia ,Homs e mi ricordo quanto mi aveva colpito la civiltà e l’eleganza di quella gente antica.

Nella tristezza infinita che provoca la grande tragedia del terribile terremoto che non guarda i confini politici ma colpisce senza pietà ignorando i confini politici una notizia cattiva mi fa molto male.

Il dittatore siriano Baschar Al Assad non permette che arrivino gli aiuti nella zona curda controllata dai ribelli al suo regime e addirittura la figlia diciannovenne che vive placidamente e nel lusso a Londra posta sui suoi social l’invito a non mandare aiuti ai curdi ribelli.

La Natura meravigliosa e crudele al tempo stesso sta ricoprendo quasi con pudore con un candido manto di neve lo scempio provocato dalla furia della Terra , ma non basta a nascondere la crudeltà di certe orribili scelte politiche che un dittatore senza umana coscienza porta avanti nei confronti di quella povera minoranza che ha avuto il torto di nascere nella parte sbagliata di quel paese antichissimo.

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