dalla Carmen alla Khovanhschina

uno

Glielo dovevo un pezzo tutto per lei: quando sono andata a Londra per sentirla nella Carmen e lei molto gentilmente mi ha ospitato in camerino dopo la rappresentazione avevo tante domande da farle, purtroppo però eravamo in tanti intorno a lei e soprattutto c’era un esperto melomane con il quale sono salita in ascensore che evidentemente la voleva tutta per sè così che l’intervista che avevo in mente è rimasta lì, buona per la prossima volta.

Ma un pezzo tutto suo nel mio blog glielo dovevo anche perché mi è bastato mettere un suo straordinario momento della Sposa dello Zar sul mio profilo Facebook per avere tante condivisioni e tanti “mi piace” per confermarmi quanto questa straordinaria cantante sia amata e ammirata.

Da quando poi mi ha dato la sua amicizia vedo le sue foto, diciamo così, più private che mi raccontano di una donna piena di amore per la vita.

due

La sua casa attuale fotografata con affetto, il fiore sul tavolo, la pioggia per le strade di Amsterdam, i suoi ritratti .
Anita ha un volto bellissimo incorniciato da un’enorme chioma di capelli neri, la sua figura è imponente e flessibile ed è ancora incredibilmente giovanissima nonostate i tanti successi raccolti in tutto il mondo .
Ho già scritto quanto mi ha colpito la vastità dei suoi armonici, la vertiginosa capacità di salire e scendere tra le note con una morbidezza tutta particolare.

Se Carmen è un suo ruolo naturale io però la trovo veramente grandiosa nel repertorio russo al quale lei evidentemente è portata per la sua origine georgiana.

Oltre alla sua interpretazione nella Sposa dello Zar, veramente da brivido ho anche avuto modo di sentirla al Met nel Principe Igor due anni fa.
A Salisburgo, durante il festival di Pasqua l’ho sentita nel Requiem verdiano e anche li la sua profonda voce calda mi ha commossa confermandomi la vastita e la qualità del suo repertorio.

A conferma del quale poi devo dire che la sua Amneris nella rappresentazione di apertura dell’Aida di quest’anno era sicuramente la prestazione più prestigiosa di tutto il cartellone.

Fra i tanti pregi di Anita c’è anche quello di non cantare in italiese, come dico io di certi cantanti dell’Est europeo, la sua dizione è chiara e pulita, forse questo le viene anche dall’avere studiato alla scuola di canto della Scala.
Poi c’è un lato del suo repertorio che mi diverte e invito i curiosi ad andare a cercare il suo cotè, per così dire segreto dei suoi concerti jazz e non solo, su YouTube c’è anche una sua bellissimoa interpretazione di un pezzo di Astor Piazzolla: la ragazza non finisce mai di stupirmi.

Adesso è in Olanda e prepara il suo debutto in Khchovanshina, non ce la faccio a seguirla anche lì, spero solo che l’opera venga registrata, anche se non è la stessa cosa …..

Mi sento di volerle bene, è strano come ci si affeziona ai cantanti che amiamo: io ne ho una piccola serie nel cuore e Anita Rashvelishivili è abbastanza in alto in questa mia graduatoria di amori musicali.

Tanto che ho imparato a scrivere il suo nome senza sbagliarmi!

tre

8 thoughts on “dalla Carmen alla Khovanhschina

  1. Senza togliere niente alla Semenjuck, avrei tanto desiderato che l’Amneris di Roma fosse lei … La adoro!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

today football predictions from the experts today football predictions best football predictions and betting tips
Translate »
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: