Sono giò passati vent’anni eppure il ricordo di Fabrizio De André è vivo nel cuore di tanti di noi : anche nei vecchi che lo amarono già da adulti .
Chi fu giovane al suo tempo se lo porta dentro come una delle memorie più importanti e formative della propria musica.
Ciascuno ha il suo canto particolare , il suo ricordo legato al proprio film della vita.
Io comincio con un ricordo lieve : le mie sorelle andavano da ragazzine al mare in tenda a Lerici e mi portarono al ritorno uno strano 45 giri , scandalosissimo per l’epoca : Il ritorno di Carlo Martello dalla battaglia diPoitiers.
Ce lo ascoltavamo come congiurate la storia del re beffato dalla puttana e quel verso : per voi che siete il sire son cinquemilalire , un prezzo di favor! ci faceva ridere come bambine scandalizzate.
Così incontrai il grande Faber , mai così leggero come in quel censuratissimo disco d’esordio che ebbe poi una strana storia per la collaborazione con un altro grande genovese : Paolo Villaggio.
Passarono gli anni e quando un altro mio grande amore musicale si uccise a Sanremo Fabrizio gli dedicò la sconvolgente Preghiera in gennaio, una provocazione e un ricordo doloroso e sincero.
Ricordo che il solo De André fra tanti cantanti andò al funerale d Luigi Tenco ,anche in questo comportamento sempre fuori dal coro.
Poi ho inanellato ricordi su ricordi , ma la canzone che mi resta dentro e che ogni volta che lo penso sento il bisogno di risentirla è Inverno , una ballata lieve come quella neve che cade sui camposanti di cui lui canta nei suoi semplici versi piani.
Sembrano facili le rime di questo grande poeta e sono invece tracce durissime nel cuore di chi ascolta la sua voce inimitabile , scura , con la dizione ligure sbagliata negli accenti .
Le sue vocali aperte , le sue invettive forti , il suo canto d’amore sempre delicatissimo della Canzone dell’amore perduto sono patrimonio di tanti di noi e poi i capolavori assoluti come il Pescatoree La battaglia di Pierosono più importanti di tante inutili battaglie politiche.
In questi giorni sono molte le celebrazioni , facile salire sul carro per coloro , e sono tanti, che gli furono vicini e che gli devono ancora tanto .
La mia personale celebrazione è l’ascolto privato in quieto raccoglimento della sua voce inimitabile : come una ragazzina mi ero regalata la collezione completa delle sue opere corredata pure di un volume contenente i suoi testi .Una delle mie nuore mi ha detto : questo lo lasci a me quando te ne andrai?
Faber ! Sparagli Piero, sparagli ora. La storia di Marinella. Che compassione, che tristezza. La chitarra che danza. Ce l’ho sempre, il mio 78.
Come vedi , Faber un grande ! Ciascuno il suo…..