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Avevo detto che avrei parlato di cultura e turismo prima che venissero annunciate le nomine dei nuovi direttori dei grandi musei italiani. Ovviamente il nostro provincialismo non poteva non essere toccato dal fatto che ben sette sono gli stranieri nominati e , ahinoi! , altri quattro , italiani , con esperienze all’estero! Quale onta per chi si crede ancora “l’ombelico del mondo” e non sa che molti dei nostri storici dell’arte si formano su libri tedeschi , inglesi , francesi e spesso per specializzarsi vanno comunque fuori dai nostri confini. Ma questo preambolo non mi porta al cuore del discorso , semmai è uno stimolo in più per parlare della connessione tra turismo e cultura che spesso nelle menti , soprattutto politiche , genera notevole confusione dalle nostre parti. Non a caso , facendoci sopra anche un po’ di ironia nelle recenti nomine della giunta regionale delle Marche all’assessore alla cultura & , ovviamente , turismo sono state affidate anche le deleghe…caccia e pesca: come dire, vedi tu cosa puoi fare di queste appendici . Senza niente togliere alla persona che ha avuto questo incarico , magari forse farà cose egregie , mi permetto di ricordare che nella passata legislatura , per molti altri versi da non rimpiangere , la delega della cultura era nelle mani dell’assessore al bilancio e di cose giuste se sono state fatte alcune in maniera decisamente mirata.
La cultura è una cosa molto astratta , infatti si trova taglio culturale nelle scelte di urbanistica , nella sanità , nella tutela del territorio . Insomma dappertutto . La cultura non sta solo nei musei e nei teatri d’opera ; la cultura è quella strana cosa che partendo dall’educazione forma nei cittadini la consapevolezza delle cose giuste e del bello . In questo senso la cultura non è altro che una forma di etica…applicata . Ma il discorso è forse troppo grande per le piccole note del mio blog. Pensare che la cultura sia solo una forma di pubblicizzazione degli eventi che portano il turismo e quindi indotto economico è un equivoco colossale . Sarebbe più giusto partire dalla considerazione che per tutti coloro che vivono nelle istituzioni culturali : musei , teatri eccetera il potenziamento delle medesime porta in prima istanza vantaggi economici per chi ci lavora , poi semmai anche vantaggi economici per chi fruendo delle iniziative dette culturali finiscono per portare anche maggiorazione dell’indotto economico alla comunità che li ospita. Ma pensare che le greggi di fruitori delle mostre , le file all’ ”evento” siano di per sé manifestazioni culturali genera il colossale equivoco Cultura = turismo.
Faccio un piccolo esempio : ho visto recentemente in una mostra all’estero bambini molto piccoli con i loro zainetti sulle spalle seduti in circolo mentre un animatore spiegava loro le opere di Keith Harding…e ho pensato alle stanche torme di adolescenti nostrani che svogliatamente seguono ( i più attaccati ai loro telefonini ) le guide che parlano al vento nelle gite scolastiche nei nostri musei. Per questo mi irrita sempre negli interventi politici questa specie di mantra decisamente tanto superficiale quanto sicuramente privo di vera base culturale. Non so se le nomine dei paludati nuovi direttori dei grandi musei italiani avranno la capacità di rovesciare questo assioma : da quello che ho visto anche recentemente in Germania e in Austria ho l’impressione di sì e credo anche che la nostra riluttanza al rinnovamento potrà avere una bella sterzata in positivo. Per quanto riguarda il settore a me più vicino , quello musicale , e in particolare per i teatri d’opera sono ancora in attesa di questa sterzata , un Pereira da solo non fa primavera. Intanto i nostri…bravi e bravissimi lavorano molto all’estero…cerchiamo di trattenerne qualcuno a casa.