Arriviamo in una pentola bollente , già fuori della stazione sembra di stare in una capsula arroventata.
Il taxi propone una scelta fra due tariffe : molto fantasioso , scegliamo quella che ci sembra più tranquilla.
Motorini che schizzano da tutte le parti , confusione , vita.
Dopo mesi di atmosfera ridotta (ancora dalle mie parti si fa la fila uno per volta per entrare nei negozi) qui sembra che il Covid sia una delle tante ipotesi da interpretare , se non fosse che qualcuno porta la mascherina e che molti negozi , soprattutto le pizzerie e i ristoranti sono molto “ chiusi per ferie”.
Mancano vistosamente i turisti stranieri ,ma Napoli ha tutti i suoi colori , i suoi rumori , il suo caos festoso.
Delizioso residence in un antico palazzo nel centro storico , gestito con garbo da giovani ragazze premurose e gentili.
La prima gioia : il caffè scecherato al Gambrinus , inimitabile.
Il primo incontro è con Anita che si mangia un bel gelato , oggi non canta e ci propone di raggiungerla dopo il concerto , ma noi abbiamo già altri impegni.
Al mio complimento per il bellissimo vestito bianco che ha già indossato anche ad Atene mi dice che è stato Otari a pensarlo , evidentemente il ragazzo ha davvero tante doti , anche quella di essere uno stilista per caso.
Piazza Plebiscito si rivela una sede stupenda scenograficamente , l’emozione di rivivivere la musica dal vivo , i saluti con amici venuti da lontano , come sembra irreale quello che in realtà stiamo ancora vivendo.
Passano ben cinque aerei sulle nostre teste , siamo evidentemente proprio in rotta aeroportuale ma lo li ho contati solo per la cronaca , in realtà Beethoven li batte e noi ascoltiamo la nostra musica ignorandoli bellamente .
Quando ill tramonto scolora nella notte il Maestro Jurai Valchuha alza la bacchetta e le note della Nona si diffondono nei nostri cuori,.
Arrivano i solisti : Maria bellissima come sempre con strepitoso nuovo abito azzurro , la sinfonia è come sempre troppo breve , i cantanti sono tutti italiani, bella scelta : oltre a Maria Agresta, Daniela Barcellona , Antonio Poli e Roberto Tagliavini.
Cantano ovviamente l’Ode alla gioia di Schiller , raro non avere tedeschi a cantare.
Lo dico a Lissner e mi complimento con lui , ha privilegiato l’italiano anche nella bella conferenza stampa di presentazione dell’evento sul palcoscenico del San Carlo e non è una scelta casuale .
Me lo conferma sorridendo. La sua avventura napoletana nasce con una ben precisa impostazione culturale , a vedere l’inizio la considero una bella scelta vincente.
Il dopo teatro ci porta in una bellissima casa in un palazzo con vista sul golfo, siamo in alto e dal quinto piano la visione della luna sul “mare che luccica” vale la foto della mia fida compagna che poi ho condiviso sul mio diario.
La padrona di casa , gentilissima cura le relazioni stampa per Lissner è attenta e fa bene il suo lavoro passando fra gli ospiti del buffet elegante sul terrazzo .
Incontro la cordiale signora proprietaria di un famoso albergo di Sorrento che mi invita a tornarci, oltre alla suite Caruso adesso c’è anche la suite Dalla.
Maria che aveva detto di volerci stare poco,poco , sorridente si arrende sul divano ( c’è chi ne ha contati sette nel salone!) .
Persone affabili , funzionarie del teatro tra cui una futura presto sposa che ha il solo cruccio di non avere ancora trovato le scarpe per la cerimonia.
Ce ne andiamo a malincuore , in piazza Trieste e Trento passeggia accaldato Michele Mariotti con amici , si era fatto la Nona in punta di sedia , lo avevo visto attento in maniera commovente.
Io crollo rientrando suggestivamente nel cortile storico dalla piccola porticina che si apre nel grande portone .
Alzando gli occhi su una targa all’angolo della strada avevo letto che alle fine del 700 in quel palazzo ci aveva abitato l’ambasciatore russo a Napoli , non si è capitali per caso.
La mattina poi ,passeggiando in Via Partenope ,avevo visto per terra ( ce ne sono diversi sparsi sui marciapiedi ) dei riquadri di vernice che recitano Apettami qui . Napoli è tutta un programma.