Cento anni fa ad Ancona nella notte fra il 7 e l’8 di Aprile nasceva Franco Corelli , tenore di successo planetario , bellissimo , altissimo ( era un metro e 90 ) che avrebbe infiammato le folle d’Europa e d’America .
Ma questo mitico tenore aveva dentro un rovello ,era un uomo schivo e fragile e si portava dentro una terribile paura del palcoscenico.
Debuttò tardi , a trent’anni ,in una memorabile Carmen a Spoleto e da quel giorno tutto cambiò nella sua vita .
La sua casa si affacciava sul porto e suo padre lavorava al Cantiere navale. Ultimo di tre fratelli , faceva sport con la Polisportiva Stamura e cantava con la sua bella fortissima voce insieme agli amici ,qualche volta svegliando pure la sonnacchiosa città durante le notti allegre in compagnia.
Faceva il geometra in Comune e se qualcuno in famiglia aveva tentato la carriera musicale quello non era lui , ma il suo fratello grande , con non grande successo come avremmo saputo in seguito.
In casa mia si racconta che un giorno il geometra Corelli fu chiamato dall’allora burbero e severo Segretario generale che gli disse – Corelli scelga o fa il geometra o si mette a cantare davvero. E lui scelse di cantare.
Se da queste parti si facesseo i film Biopic la storia di Corelli sarebbe esemplare per Hollywood e probabilmente si potrebbe intitolare :” un grande tenore suo malgrado” perchè Corelli che poi avrebbe inaugurato per ben cinque volte la stagione scaligera e avrebbe cantato al Metropolitan di NewYork per sedici stagioni aveva paura del palcoscenico , soffriva ogni volta prima di entrare in scena e quello sguardo perso , un po’ triste che gli leggevi dentro dopo avere virtuosisticamente sparato “la pira” del Trovatore forse era la chiave di fascino segreto che comunque emanava dalla sua splendida persona .Un lirico spinto ( ma lui preferiva definirsi “una voce” ) credo dovesse molto della sua strepitosa carriera ad una moglie energica e combattiva : un crudele e divertente sketch di Franca Valeri ( la moglie del tenore ) racconta delle trattative che lei intratteneva con i direttori e i teatri fino a condizionare le scelte musicali e le prestazioni del mite e bellissimo marito.
Un po’ più grande di lui , si muoveva bene nel mondo musicale che era anche il suo e che tutto sommato fece molto di più per il suo splendido marito di quando normalmente facciano gli agenti musicali.
All’età di 55 anni Corelli si ritirò improvvisamente dalle scene , forse aveva retto pure troppo allo stress da palcoscenico , la sua rinuncia fu davvero speciale , non aspettò la fine ingloriosa e chiuse , credo con grande personale sollievo , in bellezza.
I rapporti di Corelli con Ancona furono sempre vivi , anche se in definitiva qui non ci cantò mai perché la città dorica aveva perso il suo Teatro delle Muse durante i bombardamenti e solo nel 2002 il teatro ricostruito fu finalmente riconsegnato alla città.
Ricordo un Corelli elegantissimo e biancovestito , ormai vecchio e stanco arrivare all’inaugurazione , gli avevano anche intestato un Concorso che poi negli anni si perse e quando morì a Milano non è che da queste parti lo onorassero in modo particolare.
I miei personali ricordi del cantante vanno da un bellissimo Ernani sugli spalti dell’Arena di Verona ad un don Josè a Macerata con Grace Bumbry .
Quella volta ancora si cantava “ l’amore è uno strano uccello” …ma lui si sbagliò e la Fleur se la cantò in francese , tutto sommato nell’indifferenza del pubblico.
Ieri il mondo intero ha ricordato il centenario della sua nascita , da queste parti si pensa ad una serie di manifestazioni estive ( sa., c’è la pandemia , signora mia…) . Speriamo bene.