Da donna a donna

L’immagine di Angela Merkel che si regge le mani, che stringe le labbra e trema tutta ,poi velocemente si muove e quasi corre a terminare la sua carrellata di rappresentanza mi ha fatto capite una volta di più , se ce n’era bisogno, che quando le donne ce la vogliono fare hanno veramente quella marcia in più che fa del “sesso debole” il vero protagonista della specie umana.

Per non parlare dell’altra grandissima donna che è Elisabetta II : gliene hanno fatto vedere di tutti i colori in famiglia e non solo , ma il suo senso del ruolo interpretato con uno stile eccelso , la sua deliziosa arte dell’essere sempre perfettamente in tono la rende ,ormai novantenne, un mito assoluto.

Entrambe le donne si vestono con la monotonia dello stile perfetto . cambiano solo il colore , le giacca della Mutti e i cappottini della Regina sono spesso anche messaggi da manuale , come il cappellino pro-euro blu con le margherite gialle , garbato e subliminale .

La Merkel in galleria alla Statdsoper di  Monaco , insieme al marito senza giacca ,ad ascoltare il suo amato Wagner e non c’erano scorte visibili in giro.

la Regina che non batte ciglio alla cafonata di Trump che le passa avanti e le da quasi una pacca sulla spalla.

Sono atteggiamenti forti nella loro diversità, io credo che ci sia nella femminilità , nelle sue accezioni migliori , la dimostrazione di uno stile del tutto precluso agli uomini : abituate al ruolo di sudditanza millenaria  ( ma la prima società fu matriarcale) abbiamo elaborato la forza interiore che nelle espressioni più alte si manifesta nello stile assoluto .

Poi c’è tutta la retorica di Eva contro Eva , non è colpa nostra se nel vocabolario corrente esiste la fratellanza e la sorellanza ce la siamo dovuta inventare ( e neanche tanto bene).

Ho fatto politica per troppi anni per non sapere che le donne hanno elaborato anche strategie , diciamo così , alternative; che non è tutto oro quello che riluce , ma ogni sera , se voglio avere buone informazioni politiche,mi metto in ascolto di un talkshow in cui non si alza la voce e si risponde educatamente ( sennò le tolgo l’audio ) è da Lilli Gruber che vado.

Se non altro per le belle giacche di Armani che mi piacciono tanto.

Scespirelli

IMG_0002

Non si sa se se il nomignolo lo avesse coniato Carmelo Bene o addirittura fosse uscito dalla penna caustica di Ennio Flaiano , certo è che Franco Zeffirelli certe battute ironiche le attirava .

Addirittura dal suo nome è nato un aggettivo “ zeffirelliano “ e non è un complimento .

Eppure tanti anni fa , nei primi anni sessanta , io giovanissima e commossa vidi a Venezia alla Biennale Teatro al teatro della Fenice un esaltante Romeo and Juliet in inglese con straordinari attori giovanissimi . Emozione che provai di nuovo vedendo la versione italiana con Giancarlo Giannini e Annamaria Guarnieri.

Poi non ho più provato di quelle emozioni col teatro di Zeffirelli , meno ancora con i suoi allestimenti operistici troppo pieni di gente e di orpelli.

Ancora più fastidiosi i film operistici oltretutto rovinati  dal playback , anche se di questo non possiamo addossargliene la colpa , ancora non esisteva lo streaming in diretta.

Si considerava moltissimo e in un certo senso era giusto considerarsi un grande : il bambino bellissimo e irregolare in una società ancora perbenista , orfano prestissimo aveva avuto dalla sua la fortuna di nascere a Firenze , di vivere nel bello e nella perfezione , in una città nella quale si trovavano vecchie signore inglesi che amavano  aiutare un piccolo orfano ,

La sua formazione è stata un mix da feuilletton con i notevoli risultati fino a farne quel personaggio amato/ odiato famosissimo ed esaltato soprattutto nel mondo anglosassone,

Oggi lo si racconta con enfasi anche se da decenni i suoi film fossero decisamente brutti e i suoi allestimenti operistici pericolosamente datati , zeffirelliani appunto.

Un fiorentino con tutti i pregi e tutti i difetti di chi nasce da quelle parti e che forse è addirittura sopravvissuto a se stesso.

A proposito del Volo

 

 

images

 

Leggo da qualche parte che il Sindaco di Verona ha pensato di porre pure una targa per onorare la presenza dei cantanti che formano il terzetto de Il Volo , addirittura all’Arena di Verona.

Ora , dando a tutti la possibilità di lavorare , il diritto di cantare come piace a loro , il diritto di avere successo : sono tre bravi ragazzi inseriti in un bel giro musicale  che  con molta spregiudicatezza vengono chiamati anche i “tre tenorini” niente sdarebbe da eccepire .

A parte che uno dei tre canta in una tonalità più baritonale quello che mi colpisce è il livello di analfabetismo culturale dei nostri politici , nel caso del sindaco di Verona.

In quella che una volta si sarebbe detto retoricamente “la patria del belcanto” pensare che in Italia i massimi onori vengano rivolti a questa specie di trio neo-melodico , senza rendersi conto che è veramente un’offesa alla lirica decidere di premiare in modo così plateale quello che garbatamente definirei un successo mediatico di profilo popolare .

Vero è che abbiamo anche il grande tenore Bocelli che è diventato ambasciatore ufficiale della lirica italiana in tutto il mondo , anche in questo caso niente da dire  in proposito .

I suoi dischi li vende bene , la sua voce è piacevole , il prodotto è ben confezionato , non è colpa sua se viviamo in un paese colpito da analfabetismo musicale di ritorno.

 

 

Non ho mai minimamente pensato che i politici italiani capissero un tubo di musica , basta leggere la splendida invettiva di Quirino Principe in merito , ma arrivare alla targa commemorativa sul muro dell’Arena mi pare veramente eccessivo.

Un paese sordo , un paese ignorante , un paese nel quale non viene insegnato nelle scuole “normali” a suonare uno strumento , oppure almeno ad ascoltare la musica vera , quella che qui nacque e che da qui si diffuse nel mondo intero.

Un paese cieco e sordo che rinnega le sue origini non ha speranze , mi pare giusto finire nel baratro in cui siamo precipitati , ma la colpa non è di chi ci governa adesso . La colpa è tanto più lontana e non ne sono immuni tutti quelli che ci hanno governato perlomeno negli ultimi cinquanta anni.

 

I tagli alla cultura in generale e alla musica in tutte le sue maifestazioni in particolare ci hanno reso tutti orfani culturalmente , “non ci resta che piangere” come dissero profeticamente Benigni e Troisi .

Si viaggia meno , si legge di più.

 

 

Unknown

 

La solita occhiata ai social la mattina con conseguente profonda irritazione

e/o vergogna per la situazione politica nazionale , poi per fortuna c’è il tempo per la lettura vera .

Certe volte si tratta addirittura di ri-lettura , con stupore penso cosa si può capire di certi libri quando si è molto giovani , in ultima analisi quel poco di conoscenze e saperi che uno accumula nella vita è fatto di sovrapposizioni: la costruzione fragile , emotiva della gioventù, l’approfondimento meditato di quando si diventa grandi e la comprensione vera totale nel diventare vecchi.

 

Lo stesso avviene  anche nell’ascolto musicale : se a tredici anni consumavo un vinile con il Preludio e morte di Isotta ,lo facevo con lo sguardo sognante , poi ho cominciato a sentirlo con la testa , oggi lo sento  dentro come una cosa mia.

Per questo vado anche meno in giro per vedere il “già visto” , magari a suo tempo in un’edizione memorabile , irripitibile.

Non essendo affetta dal morbo “ mattioliano” per il piacer di porle in lista scelgo molto di più di una volta , sempre con qualche filo conduttore per quanto riguarda alcuni/e cantanti amati e magari seguiti anche dai loro primi successi.

 

Guardo con tenerezza i post degli amici affetti da bulimia operistica ,  li seguo con affetto e sono anche grata loro perché così mi raccontano tanto teatro che non ho più voglia di ri-vedere e ri-sentire .

Per quello oggi abbiamo veramente una ricchezza infinita di occasioni su Youtube. C’è davvero tutto!

Ci sono stati dei momenti della vita in cui si è vissuto il massimo di emozioni che sono dati dall’esserci stati proprio lì , quel giorno.

Un concerto di Abbado a Ferrara , i Puritani con la Callas , un Don Carlo a Monaco.

Lo stesso per i libri : ricordo ancora l’emozione di quando chiusi La montagna incantata : addio Hans Castorp onesto beniamino della vita…..

Questo ricordo mi riporta addirittura alla preistoria culturale quando con un gruppo di amici ci riunivamo per  un gioco nel quale vinceva chi indovina più “incipit” o chiusure dei libri letti.

Non credo che un simile gioco sarebbe proponibile anche solo alla generazione successiva , si hanno troppi interessi volatili in giro per passare serate a raccontarsi i libri letti .

Ora , se va tutto bene , dibattono della fine del Game of throne, confesso la mia grave carenza , non ne ho visto neppure una puntata.

 

E se voglio essere proprio triste penso a chi e come si prenderà tutti questi libri da cui sono circondata.

Due poesie

2007-06-21 003

Duecento anni fa nella natia Recanati il giovane infelice conte Giacomo Leopardi scrisse la più bella poesia mai scritta nella lingua italiana.

L’infinito è un mare nel quale siamo naufragati tutti , un mare dell’anima , un mare che diventa vivo quando ci si affaccia da quel colle dietro la casa avita  e si scoprono le bellezze struggenti  di questa terra benedetta che sono le Marche classiche.

L’infinito è una parola che si fa musica , un Lied senza essere un Lied e mi sono domandata spesso perché nessun musicista si sia avvicinato a quei versi perfetti per accompagnarli , forse perché sono scritti in una lingua di per se già musicalmente perfetta e poi si sa , in Italia non abbiamo mai avuto una tradizione di tipo germanico nel musicare i versi dei poeti.

Eppure quando per la prima volta ho sentito un dolcissimo Lied : Mondnacht di Schumann ho pensato a Recanati , i versi di Joseph Von Eichendorff si sono intrecciati emotivamente dentro di me.

Forse qualcuno arriccerà il naso per un paragone un po’ osé, ma quello che voglio tentare di spiegare è qualcosa di particolare ,quando rileggo la dolcezza infinita leopardiana ben più profonda e complessa della seppur bellissima lirica tedesca mi si apre l’animo e io ripenso anche a quel volo dell’anima descritto nei versi tedeschi.

Il nobile conte originario della Slesia e il nobile conte italiano hanno scritto versi mirabili , non so per quale strada sono arrivata a questa similitudine spirituale . Forse la mia anima ha capito quel volo nella notte di luna germanica pensandola sulle messi dorate delle colline marchigiane.

https://www.youtube.com/watch?v=nzvfvDBooPg

Sui palloncini

Unknown

Qualche giorno fa ad Ancona c’è stata una festa per grandi e piccini. Sono stati restituiti alla città i Laghetti del Passetto . Uno spazio giochi con vista sul mare dopo molti anni di incuria nei quali avevano perso ogni attrattiva .

Da casa mia sentivo la cerimonia ( i  bassi micidiali della musica ) e ho visto il festoso lancio di palloncini verso il cielo.

Su Fb ho scritto “ ho ammirato il lancio dei palloncini” ma nessuno ha capito l’ironia .

C’è un campagna internazionale che stigmatizza , anzi colpevolizza l’uso dei palloncini .E’ plastica inquinante  , i palloncini volano , arrivano per terra e sul mare . In terra restano plastiche non degradabili , nel mare finiscono in bocca ai pesci e li uccidono.

Gli infausti palloncini volano in cielo anche ai funerali : ho visto con raccapriccio una piccola bara bianca che stringeva il cuore , un delitto terribile , una vicenda che avrebbe dovuto ispirare solo un atterrito silenzio . E se non fosse bastato si è levato anche un applauso , ancora più tremendo , ributtante , angosciosamente blasfemo.

Ormai non c’è orrore , infanticidio o femminicidio che non veda accompagnare la triste cerimonia anche dai palloncini e siccome al cattivo gusto pare non ci sia fine , ci sono addirittura palloncini a forma di cuore , segue ovviamente applauso.

Spero che il Comune di Ancona abbia trovato dei palloncini biodegradabili da lanciare  al cielo , anche se ne dubito fortemente .

I verdi in Germania  se si  votasse domani passerebbero dal 20 al 27% .

In italia sono al 2 , sviluppi positivi in merito non pervenuti.

Venezia dall’alto

 

IMG_3309

Conosco Venezia per averci abitato in anni lontani , in un tempo felice quando si camminava silenziosamente nelle calli, quando si andava da Cipriani all’Harry’s bar a prendere l’aperitivo e Ruggero , il mitico barman mi offriva il Pierino fritto  prima ancora di chiederlo.

Nei pochi tavolini “ di sotto” sedevano personaggi importanti, alla cassa c’era il vecchio  Cipriani ,il giovane Arrigo cominciva a imparare.

Molti anni dopo Arrigo , già a capo di tutto , alla fine della cena , mi mandò in regalo il suo libro di ricette.

Come dire che Venezia è una dei miei luoghi del cuore e per ben due volte , facendo da guida ai miei nipoti , in anni diversi , ho attraversato la Giudecca a bordo di quei mostri bellissimi che sono le navi da crociera oggi.

L’ultima volta lo scorso anno, con la nipote numero cinque. devo dire che da lassù ( l’effetto è come quello di essere su un drone) mi sono sempre divertita a riconoscere le chiese , i campielli , e anche le montagne lontane , i colli dietro Marghera.

Davanti a San Marco noi fotografavamo i turisti che ci fotografavano , una specie di gioco di specchi abbastanza stupido , in ultima analisi.

 

Stamani guardavo i video terribili dello scontro di una di queste navi enormi  (non eccezionalmente grande , ce ne sono di peggiori) contro un battello turistico.

Non ci sono scappati i morti , per fortuna , ma non sarebbe poi stato tanto improbabile.

Ora riflettendo sul fatto che quei dieci minuti di “spettacolo” lagunare niente aggiungono alle crociere , sia in arrivo che in partenza , perché sembra così difficile impedirne l’evento facendo partire le navi un po’ più lontano ?. Ho visto che ci sono vari percorsi tutti praticabili senza grandi complicazioni organizzative.

Certo se il ministro preposto non sa nemmeno mettere l’accento giusto su San Nicolò difficilmente riuscirà a sdipanare una matassa che evidentemente nasconde misteriosi intrighi economici.

 

Da parte mia che senza colpa personale ho goduto dello spettacolo di Venezia dalle grandi navi posso dire che al turista in partenza o in arrivo poco cambierebbe dalla diminuzione dello spettacolo offerto dalla traversata del canale della Giudecca.

Senza demonizzare , senza farne una battaglia ideologica , ne abbiamo già tante da combattere sul serio , da vecchia navigante posso dire che un giorno d’estate di tanti anni fa , attraversando con un gommone di tre metri il bacino San Marco dall’isola di San Giorgio ai giardini della Biennale non fu bellissimo vederci arrivare addosso una montagna della Costa Crociere , me la rivedo ancora quando ho degli incubi notturni , magari dopo aver mangiato una banalissima pizza e non un raffinato pasto da Cipriani.

 

 

 

era de Maggio…..

 

Unknown

oggi è l’ultimo giorno del mese di maggio , il cielo è ancora grigio , le nuvole la fanno ancora da protagonista.

Ah, i maggi di un tempo! Mi divertono i negazionisti  che prima o poi dovranno ammettere che il tempo cambia davvero , anche se in fondo la Terra ne ha viste tante di Ere in cui scomparivano specie , si allargavano gli oceani, si disertificavano continenti .

Solo che a noi tocca di vedere tutto questo velocizzato e soprattutto tanto commentato a torto o a ragione anche dai cretini da tastiera.

 

Ne sono successe tante in questo mese un tempo dedicato alla Madonna e alle rose ! Le rose hanno chinato il capo gonfie di pioggia e solo le più tenaci sono riuscite ad aprirsi , anche se un po’ stropicciate .

In quanto alla Madonna c’è stato un barbuto inelegante e abilissimo uomo politico che l’ha pregata così tanto da ottenere una grazia notevole : un Paese che un tempo contava qualcosa adesso conta molto ma molto meno nella nostra casa comune : l’Europa.

 

Intanto a Parigi si consumava la tragica storia del tenore vittima di un boccone amaro e speriamo che finalmente quel colpo di tosse micidiale non abbia fatto danni collaterali irreversibili, per la gioia di tutti coloro che ancora sperano di sentire dal vivo la sua voce ineguagliabile e di ammirarlo sui palcoscenici del mondo.

Deluse e addolorate le vestali corse nella Ville Lumière per ascoltarlo si sono consolate col bell’argentino , un po’ meno con il bravissimo Grigolo ( meno amato in terra di Francia) . In compenso hanno visitato musei e giardini , Parigi è sempre Parigi.

 

Personalmente ho scoperto che vivendo effettivamente e mediamente molto di più delle generazioni passate farsi la cataratta e poi farsi anche la protesi all’anca sono tappe generalizzate , quasi fenomeni sociali.

Le mie ave non avevano sofferto di tutti questi mali , campando mediamente altrettanto . Evidentemente il progresso in medicina e chirurgia si nutre anche di questi preziosi effetti collaterali.

 

Ultima notarella : a  Firenze si è rappresentata un’opera nuova : Le leggi fondamentali della stupidità umana , non ci vado solo perché ho qualche problema fisico ( vedi paragrafo precedente), ma ho ripreso dalla libreria un meraviglioso libretto del Cipolla a cui l’opera è ispirata .

Ne ho una preziosa edizione antiquaria del Mulino che contiene anche “Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare ) nello sviluppo economico del Medievo.”

Fulminante la finale di questo saggio in cui si racconta che la crisi bancaria che fece fallire i Bardi e i Peruzzi nella Firenze trecentesca quando re Edoardo d’Inghilterra non mantenne i propri impegni restituendo il prestito i fiorentini per disperazione e non sapendo più cosa fare si dettero alle arti : pittura , poesia e musica . Così nacque il Rinascimento!

 

Evviva l’ronia e l’intelligenza!

 

 

 

 

Un saggio di Quirino Principe

 

 

images-1

 

Ho letto qualche giorno fa un articolo di Claudio Magris che raccontava di avere avuto un invito da Emmanuel Macron per un incontro , voluto dal Presidente della Repubblica francese , insieme ad  alcuni intellettuali d’Europa, per cercare di capire i problemi e l tendenze culturali del nostro vecchio continente.

Aldilà del fatto quanto sarebbe impensabile un’iniziativa del genere nel nostro felice paese evidentemernte oltre le Alpi c’è qualcuno che un occhio alla cultura ancora gliela  dà a prescindere da quel risultato non brillantissimo che per un soffio lo ha visto battutto dalla destra , ma qui il discorso si fa più complicato e nel mio blog cerco di starne lontana .

 

Nel bell’articolo di Magris c’era anche una preziosa indicazione per una lettura interessante : un saggio di Quirino Principe sulla situazione italiana del teatro d’opera intitolato Il fantasma dell’Opera, sottotitolo Sognando una filosofia.

Io sono una entusiasta ammiratrice di ogni scritto di Quirino Princine e mi sono subito comprata il saggio.

 

L’ho divorato una prima volta , poi piano piano me lo sto rileggendo con quella attenzione che l’autore richiede , anche perché lui si diverte a infarcire di parole greche , latine e soprattutto tedesche il suo modo di scrivere che è straordinariamente ricco e altrettanto incredibilmente leggero e ironico.

Nel suo libro prezioso si alternano pagine “facile “ e pagine “difficili” , ma la leggiadria con cui si racconta alla Scala quando viene omaggiato dai giovani musicisti è già di per sé un piccolo capolavoro letterario.

 

La tesi di Principe sul futuro del teatro d’opera in Italia però non è allegra , anzi è estremamente pessimistica e non gli si può dar torto.

Ferocemente critico con l’establishement che comanda nel nostro paese ne fa una lunga analisi che parte da molto lontano storicamente e non tiene fuori neppure le gravi colpe della Chiesa in cotanto declino culturale.

Cita un libro prezioso , utile alla comprensione del pericolo che corre tutta l’Europa , un libro che ho letto e che lui consiglia a tutti di leggere .

Io ne avevo già parlato recentemente e qui torno a farlo : Il mondo di ieri ( Die Welt von Gestren) di Stefan Sweig, obbligatorio per ogni europeo.

 

Diverte la sua provocazione quando parla di mòsega glàssica, ci ho messo un po’ a capire che ridicolizzava coloro che chiamano così quella che lui invece definisce musica forte . L’averlo tradotto dal suo veneto mi ha divertito tantissimo.

Preziosa la sua analisi sul teatro , prodigio della Storia mentre la musica è il massimo prodigio della Natura  per  cui il Teatro d’Opera è la sintesi di questi due prodigi.

Ovviamente io ne scrivo da modestissima lettrice , vi segnalo solo e rimando a chi tanto più colto di me ne scrive e ce ne trasmette gli stimoli.

 

Come sempre per me funzionano le costellazioni , le concatenazioni culturali . da Magris a Principe ,il mio invito è sempre lo stesso : “compratelo , compratelo…. nella mia veste di Dulcamara…

 

 

 

 

 

 

Teatro in Tribunale

Paragoghè-25 foto francesco marini

 

Uno spettacolo forte , un pugno nello stomaco.

Teatro come rito sacrale celebrato in un luogo simbolico : l’agorà del Tribunale.

S’intitola Paragoghè ( Depistaggio )– una parola greca , quella che si avvicinava di più all’ambiguo significato che la parola depistaggio ha avuto nelle vicende che hanno visto lo Stato italiano coinvolto nelle guerre di Mafia che hanno insanguinato il nostro paese.

Ci sono voluti un magistrato intelligente , il presidente del Tribunale di Ancona Giovanni Spinosa , l’entusiasmo del Marche Teatro nella persona del suo direttore Velia Papa e soprattutto la grande cultura teatrale di un uomo di teatro straordinario quale è Marco Baliani per realizzare un progetto che in sé poteva essere solo una esercitazione della memoria sulle grandi stragi di Stato.

Ne è invece venuto fuori uno spettacolo epico , tragico e popolare , uno spettacolo che forse non avrebbe avuto la stessa forza emotiva se non fosse stato rappresentato in quel luogo simbolo della giustizia che è il Tribunale.

Ricavato uno spazio teatrale nella grande corte interna : una piattaforma circondata da tre lati dagli spettatori  (solo trecento ) per ognuna delle tre serate si sono esibiti sulla scena diciassette giovani attori , reduci da un corso di teatro tenuto dallo stesso Baliani.

I giovani , mossi come il coro di una tragedia greca ( si vede quanto Baliani sia così intimamente formato classicamente ) hanno dato vita ad una sacra rappresentazione in cui i fatti tutti pesantemente reali , tutti tragicamente nella memoria degli spettatori si sono materializzati epicamente .

Il testo scritto da Baliani ripercorre le grandi stragi : elencarle non rende onore alla sofferta realtà che i giovani corpi , con le loro giovani voci ci hanno ricordato: da piazza Fontana a piazza della Loggia , dalla stazione di Bologna a alle stragi di Capaci e di Via D’Amelio , tutto è narrato con violenza , senza pudore e col cuore stretto si arriva alla tragica fine , più tragica perché rimanda al mistero di molte incognite , di molte condanne non ancora eseguite.

Ad un certo momento in Italia tacque l’orrore , tacquero le bombe e si affacciarono sui muri grandi cartelloni con il volto di un bambino sorridente :Forza Italia era scritto su quei manifesti.

Paragoghè-9 foto francesco marini

Il groviglio di misteri in cui fortemente entrarono i Servizi deviati dello  Stato sono sbattuti in faccia a noi spettatori non del tutto innocenti.

Personalmente ho molto sofferto , alla mia età si ha la memoria viva di tutti quegli eventi . Alla vicina paziente elencavo , prima che se facessero i nomi , i luoghi e le date delle vicende orribili che hanno insanguinato l’Italia.

Due ore di tensione altissima con un finale sconvolgente : dopo il groviglio dei misteri , le Parche che hanno filato , l’uomo nero che senza volto metteva le bombe, le vittime che si rialzavano dalla polvere delle macerie si è visto l’Italia , bella e bionda che correva disperatamente sventolando il tricolore .

Nella sua folle corse gridava uno ad uno i primi dieci articoli della Costituzione e ad ogni articolo lo scoppio di una bomba la faceva cadere ; lei si rialzava sempre più sudata e urlante , sempre però tenacemente forte avvolta nella bandiera riprendeva la sua indomita corsa….

e se non piangi di che pianger suoli?….

Bellissime le musiche di Mirto Baliani , i costumi di Stefania Cempini , le luci e lo spazio di Lucio Diana , la drammaturgia di Maria Maglietta.

Testo e regia di Marco Baliani . con viva soddisfazione scrivo Produzione Marche Teatro.

 

Le foto sono ddi Francesco Marini

Paragoghè-16 foto francesco marini

 

 

Uno screenshot

Schermata 2019-04-07 alle 12.53.38

 

In periodo di astinenza la seguaci di Kaufmann pubblicano di tutto , antiche foto , reperti già visti e rivisti , memorie e tanti auguri.

Per contribuire in modo leggero offro anche io il mio contributo attraverso il frammento di un video pubblicato durante le prove della Forza a Londra.

E’ un attimo , il video pubblicato dalla ROH, non ha avuto molta diffusione ma per me è divertentissimo perché rivela , se ce ne fosse bisogno , un lato spiritoso e leggero del carattere di Jonas Kaufmann.

 

Lui è in jeans ,come al solito , e stanno provando la drammatica scena del lancio delle pistola che colpirà il Marchese di Calatrava .

Il lancio avviene , il Marchese cade e il nostro fa un gesto soddisfatto , infantile : “l’ho beccato ! “pare che dica.

La sdrammatizazione evidente del gesto dimostra la leggerezza con la quale comunque Jonas fa il suo lavoro .

Scrupolosamente , rigorosamente ma al tempo stesso con quel tanto di ironia che colpisce tutti quelli che anche per  brevi momenti hanno avuto la fortuna di coglierne la verità privata.

 

Non che poi quando sarà in scena non faccia la sua scena drammatica con convinzione , ci mancherebbe!

Bravissimo a calarsi nel personaggio come nessuno non perde però quel distacco intellettuale che poi in definitiva è la cifra stilistica del suo essere unico.

Cercatevi il video , ne vale la pena.

 

 

Poscriptum: posso dire che trovo perlomeno ipocrita l’ invito rivolto a Kaufmann di riguardarsi sine dieda parte di tutti coloro che NON avevano biglietti per la Tosca di Parigi?

 

Allelujah!

images

 

Quando entrarono in chiesa le chitarre?

Un giorno preciso non c’è , probabilmente fu una delle conseguenze del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Nessuno pensò al terribile decadimento culturale provocato da questa rivoluzione.

I ragazzi cantavano felici le loro canzoncine orecchiabili , il prete celebrava girato verso i fedeli , tutto sembrava avvicinare il popolo di Dio alla fede.

Piano  piano scomparvero i canti tradizionali , quelli magari salmodiati durante le processioni nel Sud , poi anche quelli furono abbandonati via via che morivano le vecchiette beghine.

 

Oggi  in chiesa ci vanno in pochi e nessuno canta perché oltre a essere bruttissime quelle lagne post-conciliari non le conosce nessuno.

Sopravvivono ,per fortuna un paio di canti natalizi duri a morire e alcune canzoni , quelle abbastanza godibili che Zefffirelli commissionò ad un cantore inglese degli anni ’70 che si chiamava Donovan e che furono inseriti del film Fratello Sole Sorella Luna.

 

Il resto , come diceva il Bardo , è silenzio.

Leggo in questi giorni che il maestro Riccardo Muti nella sua veste di direttore d’orchestra ,si fa portavoce di una civile contestazione contro la bruttezza dei canti in chiesa.

Ne fa anche un discorso propositivo invitando le istituzioni ecclesiastiche a promuovre scuole musicali serie ,in modo da diffondere nel territorio insegnanti di musica capaci di reintrodurre per esempio Vivaldi nella nostra sconquassata anticultura musicale italiana.

Lui ne fa anche una questione di lavoro , molti insegnanti di musica ,  oltre a trovare una ulteriore occupazione potrebbero contribuire a educare le persone a riconoscere la qualità musicale , in definitiva a promuovere l’arte a livello popolare.

 

Ci penso spesso anch’io , soprattutto quando nel confronto con quello che succede nel nostro paese, mi capita di andare alla Messa nei paesi di cultura germanica.

Lì cantanto tutti , con il loro libro davanti , non credo che siano per questo fedeli più osservanti, però almeno si ascoltano musiche bellissime.

Mi capitò addirittura una volta in Nuova Zelanda ( e laggiù non fu neanche facile trovare una Messa domenicale) di trovare un piccolo paese  un giovane prete e dei canti bellissimi il cui testo ci fu generosamente donato in memoria dell’incontro.

 

Domenica scorsa alla Messa c’era un gruppetto di Scout piccolissimi e io che mi commuovo sempre come una cretina davanti ai bambini seri e impettiti con la loro bandiera , ho visto la chitarra pericolosamente imbracciata dal capo Scuot e mi sono venuti i brividi.

Le vecchiette tacciono , il libro dei canti giace abbandonato sui banchi , solo un paio di “esperte” intonano le orribili melopee.

Ci sarebbe davvero molto fa fare , anche in questo campo , nel nostro paese vittima di incultura di ritorno  anche a livello musicale.