Adesso che sono terminate le repliche dell’Aida di Monaco nell’allestimento che fu visto nella stagione del 2022/23 senza suscitare il clamore attuale mi permetto di fare alcune osservazioni in merito all’attuale ripresa.
Il BSO aveva trasmesso l’opera durante la stagione del primo allestimento e rimasi particolarmente colpita da quella marcia trionfale dei reduci di una guerra che mostrava le ferite e le mutilazioni dei soldati al ritorno in patria.
Ugualmente apprezzai la cenere che cadeva sul destino degli infelici amanti , una cascata grigia che finiva per essere una piramide , citazione affatto scontata della tragedia di una delle tante guerre che insanguinano le terre africane.
Il regista Michieletto non è nuovo a rivisitazioni che hanno un senso , possono piacere o meno ma sicuramente il filo conduttore reggeva bene la scelta di fondo : una messinscena a dichiaratamente “ a tema “ il cui risultato finale si poteva dire riuscito , ben altrimenti che l’infelice tentativo parigino che ha sfiorato il ridicolo attraverso l’uso delle marionette , oltre tutto di difficile realizzazione pratica-
Solo un professionista del calibro di Kaufmann era riuscito a rendere , se non dico credibile , perlomeno accettabile la scena finale nella quale fu costretto a cantare con un pupazzo tirato da tre persone.
Nell’allestimento visto sul canale bavarese il ruolo di Radames era interpretato da un ottimo tenore italiano , Riccardo Massi , dal bel portamento fisico anche se ovviamente è difficile rivaleggiare con un extraterrestre come Kaufmann , il cui valore aggiunto non sta solo nel diminuendo del Celeste Aida , ma nelle sottili impercettibili mosse delle controscene : un guizzo rapido nel guardarsi intorno intorno prima di abbracciare Aida di nascosto , il giocherellare meditabondo su una palla abbandonata in palestra che lo fanno una sorta di Amleto col teschio di Yorik.
Se non fosse esorbitante il costo di un volo di un’ora , la Lufthansa chiede 700 euro per a/r Ancona Falconara , avrei volentieri fatto la follia per rivedere un’ennesima Aida nella mia vita.
Mi sono dovuta accontentare delle tante foto dei saluti finali che hanno inondato il mio telefono e sorridere alla visione di Kaufmann caduto nella giacca che sicuramente non era stata ristretta alla sua , peraltro non esigua , attuale corporatura.
Io me lo sono concesso: una meraviglia. E i pianissimo tenuti e ricchi di armoniche (il test vero per una voce) di Jonas Kaufmann che certificano che la sua voce è ancora una gran voce.