La musica del caso

E’ un titolo bellissimo di uno dei tanti romanzi di Paul Auster che hanno accompagnato i miei anni di lettore.

Lo cerco invano in libreria , probabilmente l’ho prestato in anni lontani ,  ma trovo diligentemente in fila oltre alla citatissima Trilogia newyorchese altri titoli e soprattutto in queste ore ripenso a Smoke , quel film straordinario che raccontava con la camera fissa quell’angolo di Brookling e quella tabaccheria  “ombellico del mondo”.

Ne era seguito Blue in the face, forse meno bello ma che fedelmente andai a vedere , anche perché ne aveva addirittura curato la regia.

Auster raccontava l’America che amavamo , la sua bella faccia di intellettuale occhieggiava dalle copertine e te lo faceva sentire amico , un amico americano che ti raccontava con amore la sua città , il suo mondo.

Forse quel mondo di contraddizioni , di storie minori conteneva una immagine forte e quando si arrivava a New York , attraverso i suoi racconti ci sembrava di essere anche noi a casa , di essere parte di quella Grande mela e ci si illudeva che quella fosse l’America.

E’ sempre tanto triste quando muore uno scrittore importante , se ne va una voce forte e affascinante che avrebbe forse potuto raccontare qualcosa di diverso in questo attuale nostro divenire.

Forse con lui si chiude l’immagine amata della nostra america immaginata , mi fa paura l’immagine dell’america futura  , quella grande democrazia in balia di due vecchi che si contenderanno il potere in  una situazione che forse molti di noi non avrebbero mai immaginato diventasse possibile.

Un rischio reale

Un cittadino europeo mediamente acculturato , con sistematica abitudine alla lettura di un paio  di quotidiani fino a poco tempo fa poteva illudersi di avere una informazione equilibrata ma da un po’ di tempo questa sicurezza è crollata.

La netta sensazione che ogni notizia possa essere manipolata , che ogni foto racconti solo quello che si vuole fare vedere sta minando le basi della fiducia che il semplice cittadino riponeva nella propria capacità di decodificare il falso possibile dal falso sistematico nel quale siamo immersi da ogni tipo di informazione.

Se un cittadino/a che si credeva abbastanza capace di decodificare il vero dal falso cade nella trappola cosa può succedere ai tanti che  meno preparati credendo di informarsi  ricevano attraverso i mille canali oggi disponibili una realtà simulata  mostrata da parziali angolazioni , visioni distorte , informazioni manipolate cosi che la realtà non esiste più , esiste solo quello che i mezzi di informazione vogliono fare arrivare all’utente?

Non parliamo più di fake news , parliamo di realtà sottilmente aggirata e senza fare ricorso ad apocalittiche interferenze basate sull’intelligenza artificiale basta la distorta informazione generalizzata a provocare una confusione di informazioni che porta inevitabilmente alla sfiducia e di conseguenza alla incapacità di selezionare quanto di vero esiste in una notizia .

Basta una omissione verbale , un “si dice” da sconfessare a giro di posta , una foto da un angolo invece che da un altro e la realtà obbiettiva diventi un riscontro impossibile.

Tra due mesi si vota per il rinnovo del Parlamento europeo  e mi fa paura pensare che siamo nelle mani di chi ci dirà tutto e il contrario di tutto fino a fare di ogni elettore il terminale di bugie generalizzate il che provocherà sicuramente un disincanto e una sensazione di inutilità che porterà gli ex più acculturati a disertare le urne e questo sarà il risultato che potrà portare ad una nuova Europa minoritaria nel consenso ma non nei pericolosi risultati che potrebbero avverarsi.