Anselm Kiefer

Nello spazio rinascimentale di Palazzo Strozzi a Firenze Anselm Kiefer ha portato una mostra di straordinaria potenza e di forte denuncia politica.

I suoi Angli caduti raccontano , nella citazione ostentata dei fondi oro , un suo legame forte fra lo spazio espositivo e il messaggio artistico di uno dei più grandi artisti del nostro tempo.

Si esce dalla visione come dalla caduta in un abisso : questo è il nostro tempo che segna la fine di quella che fu la storia della bellezza nell’arte.

Credo che non siano più di cinquecento passi dalla visione del perfetto equilibrio della Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli al Palazzo Medici Riccardi ma i secoli che intercorrono fra i due eventi ci segnano e quello che resta è questa nostra epoca di orrore senza speranza.

Le opere di Kiefer , alterate dalle radiazioni, errori mutanti della materia, sono il nostro misurarci con la storia che resta e il monito che ci circonda nell’orrida bellezza materica ci apre , forse , uno spiraglio di fede nell’umanità che deve trovare il coraggio di misurarsi fino in fondo nella nostra caduta epocale.

In questa mostra, in cui le opere si rapportano con la serena intellettualità dello spazio bianco e grigio del palazzo fiorentino non c’è più l’aspirazione verso l’alto dei Sette Palazzi Celesti , ci accoglie l’ala spezzata dell’arcangelo Michele ( ma anche Icaro) o forse un aereo della Luftwaffe e si chiude nel segno nazista dei ritratti dell’artista incisi pesantemente nel piombo che l’autore si è fatto nel tempo sugli sfondi di luoghi della nostra vecchia Europa.

Un monito e un pensiero scritto dall’autore sul muro bianco: la citazione “ a memoria” in italiano ci deve forse fare accettare consapevolmente la nostra attuale condizione umana.

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