Andamento lento

Siamo arrivati ad agosto , ancora caldissimo , ancora con le rose che non riescono ad aprirsi  e che giacciono già col capo abbassato rima di alzarsi sullo stelo.

Leggo con stupore che un nuovo bellissimo ponte inaugurato in Croazia accelererà i tempi di arrivo a Dubrovnik saltando la penisola di Peljesac (che in italiano si chiamava Sabbioncello  nelle vecchie carte nautiche di mio marito.)

La cosa mi incuriosisce molto perché io a Dubrovnik ci sono sempre arrivata senza problemi e senza code  perché arrivavo dal mare e il mare, si sa, unisce i popoli , non li divide .

Che ci fossero dieci chilometri di Bosnia a dividere la città dal resto del paese non lo avevo mai saputo .

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Una cara amica bavarese che mi onora della sua attenzione leggendo i miei post mi scrive sconsolata di non riconoscere più la bella Italia che lei ha molto amato e ne ricorda la generosità e l’accoglienza .

Ha ragione , ma non è solo l’Italia che è cambiata . Soffia un pericoloso vento di una destra pericolosa in tutta la vecchia Europa che avevamo sperato fosse uscita purificata dal tanto dolore della Shoa.

Purtroppo riaffiorano temi pericolosi che riecheggiano addirittura i richiami alla “razza” nei proclami  dei partiti xenofobi che si ispirano a Orban in Ungheria e che trovano echi nei Vox spagnoli , nell’Alternative für Deutchland, nella Lega e nei Fratelli d’Italia di Salvini e Meloni in Italia.

Le nazioni uscite indebolite dalla pandemia , dopo i primi momenti di solidarietà e obbedienza alle restrizioni necessarie adesso si ritrovano impoverite e riemergono più forti tutti i conflitti sociali repressi.

Gli obblighi vaccinali e i Greenpass erano diventati spauracchio  e soffiando sul fuoco delle discriminazioni i portavoce delle menti più deboli alimentano le paure ancestrali contro i diversi , i “negri” che in massa  bussano alle porte di questa nostra esausta e vecchia terra europea.

Dovremmo accoglierli come nuova linfa e ne facciamo i nemici da eliminare , anche singolarmente.

Intanto la guerra in Ukraina è passata dalle prime pagine a quelle più interne dei servizi tv anche se ogni giorno si piangono vittime dalle parti del Mar Nero.

Per fortuna pare che oggi sia partita la prima nave carica di grano ucraino verso i paesi affamati dell’Africa .

Ci sono riusciti grazie alla mediazione di Erdogan “politique d’abord” !

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