Ah , la maledizione!

Doverosamente s’ha da parlare del Rigoletto romano , visto che ne parlano tutti e datosi la possibilità di avere uno spazio personale mi cimento all’impresa.

L’idea della trasposizione è ormai così scontata che sicuramente non fa notizia : il cadavere di Gilda nel cofano della macchina lo abbiamo già visto al Met , mi pare or son dieci anni !

L’ambientazione malavitosa pure , dai gangster di Chicago alla Magliana il passo è breve.

Semmi era molto più originale quella nel circo di Aix en Provence , che poi anche quella in Italia l’hanno copiata( e male).

Ma entro nel merito partendo doverosamente dalla direzione musicale : a Daniele Gatti viene spesso rimproverata la dilatazione  dei tempi : questa volta si è sfogato , ma così concitata  e veloce  la lettura del capolavoro verdiano ci guadagna eccome.

Le voci : Frontali non è ovviamente Salsi , ma la sua figura ( magari più nelle mezzevoci ) la fa , davvero sorprendende la Feola , purissima e sicura è sicuramente la migliore in scena: del povero Duca che dire ? se ne è andato su una mezza stecca ..e di pensier! ma non lo ha rilevato nessuno.

Martina Belli è veramente strepitosa , ma chi aveva mai dubitato della bella presenza della sua Maddalena .Bene tutti gli altri , ruoli interpretati molte volte , le voci sicure , niente da eccepire.

La regia : Michieletto non ha fatto altro che allargare lo spazio , chi è abituato a Macerata sa che non ci vuole molto a distanziare i cantanti e l’uso delle retroproiezioni ormai è talmente usato ( e abusato ) da non fare neanche più notizia . Il suo momento originale è stato sul finale : la Gilda in abito da sposa che finisce sui fiori della figlia di Monterone ( la deflorata prima ) è il momento migliore di una regia che nell’insieme oserei dire banale.

Qualche dubbio sui costumi , se così li vogliamo chiamare :per esempio perché il Duca deve portare sempre i guanti neri ? forse per non lasciare le impronte ? Ne dubito , anche perché non mi sembra proprio il caso di andarlo a ricercare.

Fastidiosissimi i cameraman sempre tra i piedi ( e non mi si dica per richiamare l’invadenza della stampa televisiva ) , al Met fanno meglio e per certi primi piani sarebbe bastato un Iphone.

Gli orchestrali a livello palcoscenico , ma credo sarebbe stato impossibile scavare una buca dalle parti del Circo Massimo , levano quel poco di incanto  credibile che comunque verrebbe richiesto ad una messinscena che mira ad essere del tutto realistica.

Un’ ultima notazione circa la cronaca televisiva : senza niente levare ai due commentatori ,mi piacerebbe suggerire alla RAI di guardare una volta la solida conduttrice dei programmi musicali austriaci : si chiama Barbara Rett e non si sviene dall’emozione ogni volta dicendoci che il nostro spettacolo è unico e irripetibile e se c’è il Presidente della Repubblica presente basta dirlo una volta perché non siamo tutti rimbecilliti.

Non lamentiamoci troppo : questa è la lirica al tempo del Covid : o si fanno gli spezzatini/concertoni  o si canta all’aperto ripetendo fino alla noia il noto icastico pensiero di Toscanini , ma ormai nessuno più gioca neppure alle bocce .

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