Una ricorrenza

Sono passati esattamente  tre anni .Lo strano fermo immagine provocato dalla pandemia di Covid confonde i tempi : sembra lontanissimo il momento in cui si fermò tutto e sembra quasi impossibile che tutto questo sia durato un tempo che si allunga o si accorcia nella memoria lasciando solo alcune sensazioni staccate fra di loro.

Ieri ho visto una data su una foto : sono a Londra per il Fidelio , era il 3 marzo 2020.

Se non ci fosse scritto in alto non ne avrei avuto una memoria precisa e invece mi ritorna in mente improvvisamente quell’ultimo viaggio normale , quell’assurdo rientro a casa quando mi accolsero all’aeroporto l’Esercito in armi e la Polizia.

Entrai a casa e praticamente ci rimasi prigioniera , mia nuora mi lasciava al cancello il sacchetto con il pane e il latte  , la televisione trasmetteva immagini assurde , da film di fantascienza e cadevano come birilli tutti i miei progetti futuri di viaggi e di spettacoli.

C’era un gran silenzio intorno , arrivava una strana primavera e sentivo come mai mi era successo prima il canto degli uccelli sugli alberi della rupe sotto casa , vedevo sullo schermo tv la laguna di Venezia tornare limpida mentre sfilavano i camion militari nella notte bergamasca carichi di bare perché in quel cimitero non c’era più posto.

Tre anni di alti e bassi; un anno dopo esattamente ero in fila per fare il mio primo vaccino , ormai ne ho fatti già fino alla quinta dose .Siamo tornati quasi alla normalità ,anche se  sul cambio della mia macchina ciondolano ancora un paio di mascherine e ne tengo una in borsa per i viaggi in treno.

Molto si è scritto sugli effetti più o meno collaterali che la pandemia ha avuto sul psiche collettiva , poi le guerre , i terremoti e le  stragi di migranti hanno ripreso il sopravvento sulle nostre vite . Chi è morto durante quel periodo non ha neppure avuto il conforto del pianto dei parenti , sono stati inghiottiti in silenzio dall’onda nera , credo che ciascuno abbia i suoi da ricordare.

Guardo indietro e una sola immagine mi resta fissa: Il concerto a teatro vuoto di Kaufmann e Deutch nel BSO vuoto e spettrale.

Le teste in disordine , l’abbigliamento dismesso e lo sguardo perso del cantante davanti al vuoto : Im whenderdchöenen Monat Mai…

Hanno sofferto i vecchi e gli adolescenti , gli uni e gli altri privati di una interruzione dello scorrere della vita .

Un caro amico mi ha detto , però in quei primi mesi ho letto molto, non ne avevo mai il tempo.

Oggi mi sento molto Butterfly : tre anni son passati , anche io li ho contati.