Un mondo parallelo

Ho fatto un viaggio in un mondo parallelo ma me ne sono accorta solo tornando in Italia.

Partita lunedì mattina da Ancona per Londra via Monaco sono arrivata tranquillamente nel pomeriggio in albergo ; ho trovato un po’ meno persone negli aeroprti , qualche posto vuoto negli aerei e nessuna richiesta da dove venissi o altre indagini al mio arrivo.

Il giorno dopo , tutto incentrato sull’unico problema che mi riguardava , cioè se la mia follia poi si fosse riscontrata con la sensazione sgradevolissima  ( già provata anche a Londra ) di non ritrovarmi l’amato Florestan sul palco, si è molto ridimensionata vista la faccia sorridente di  Kaufmann che insieme a Pappano era andato a ritirarsi l’onoreficenza dalle mani del principe Carlo in persona !

Verso le sei , sono una che si muove per tempo, sono andata a teatro dove ho incontrato un caro amico che lavora lì dentro  : avevo un regalino per lui promesso dallo scorso anno e devo dire che lui ha generosamente ricambiato il mio piccolo dono.

Dello spettacolo ho già scritto ieri a caldo , non ho cambiato idea e dal tipo di commenti del blog devo dire di non essere la sola ad avere pensato certe cose sulla regia.

Felice e contenta sono rientrata in albergo con divertente siparietto per avere dato io (!) col mio basic english un aiuto ad una signora che non trovava la strada della metropolitana per tornare a casa.

Ieri strada del ritorno uguale : metro di Londra bella affollata al mattino , aeroporto affollato , la solita confusione , ma tutto in orario .

Monaco calmissima , prendo in tempo la connection per Ancona.

A bordo mi chiedono di riempire un formulario in tedesco che racconti i miei spostamenti , ma quello lo avevo fatto già anche all’andata , però quello era in italiano e i miei connazionali del ritorno erano tutti nel pallone .

Sfoggiando il mio tedesco da scuola serale ho detto che “ich zuruk komme zu haus “ e ne ho riempito solo la metà.

E qui sono entrata in zona di guerra : all’aeroporto di Falconara mi aspettava l’esercito in tenuta mimetica , con maschere , visiera e guanti : mi hanno misurato la temperatura sulla fronte  ( pare sia del tutto inutile) , poi dietro c’erano anche i poliziotti con guanti di lattice che mi hanno guardato di brutto e chiesto cosa contenesse la mia valigia , poi finalmente sono uscita a prendere il bus che mi ha riportato a casa.

Partita da un mondo para-normale sono piombata inn un mondo diverso , dove non si parla d’altro che del virus , dove la conta dei contagiati e dei decessi sembra un bollettino dal fronte , poi nel mondo succedono tante altre cose tragiche , ma qui non si parla d’altro.

Muoiono persone in incidenti d’auto a catena , cadono valanghe in montagna che uccidono sciatori , milioni di disperati provano a scappare dalla Turchia e vengono presi a randellate sui gommoni da parte dell’esercito greco , le Borse crollano per un effetto a catena che arriva dalla crisi cinese ; siamo sicuramente in un momento tragico per gran parte del mondo civilizzato.

Dei paesi poveri si sa molto meno , loro non hanno nemmeno contezza di quello che sta avvenedo e soprattutto non contano i tamponi che non hanno.

Negli USA comunque farne uno costa talmente tanto che si guardano bene da andare a fare certi accertamenti.

Non so se nei prossimi giorni magari anche io finirò a letto , o peggio in ospedale  per questo virus perfidamente contagioso, non sottovaluto niente, posso solo dire che nel nostro paese è mancata una chiara visione politica del guaio che ci è capitato addosso: una politica “stop and go” , ondivaga e frastornata ci ha portato dove siamo : non credo che sarebbe una bella soddisfazione vedere in altri paesi d’Europa situazioni analoghe alle nostre, sono sicura però che le reazioni al vertice sarebbero meno confuse di quelle che stiamo subendo a casa nostra.