Dobbiamo alle fertile penna di Victor Hugo il dramma “Il tiranno di Padova” dal quale trasse il libretto dell’opera La Gioconda un facondo intellettuale della fine dell’Ottocento : quell’Arrigo Boito che poi sarebbe stato anche il librettista di Verdi per il suo capolavoro Otello.
L’opera vide la luce alla Scala nel 1876 e l’autore del libretto usò lo pseudonimo di Tobia Gorrio
Anche il fratello dell’eclettico Arrigo fu scrittore e dobbiamo a lui la bellissima novella Senso da cui poi Luchino Visconti avrebbe tratto il suo omonimo film capolavoro
Boito fu anche compositore : gli dobbiamo Il Mefistofele e Il Nerone , un’opera data molto raramente ma con pagine bellissime e a me particolarmente care perché una frase dell’opera è incisa nella base dell’altare della piccola cappella di famiglia in un paesino della campagna toscana vicino a Empoli.
Era il gusto dell’epoca , la nonna Beppina le aveva volute incise nel marmo:
quando torna la sera , col mesto incanto delle rimembranze, unite anche il mio nome alla preghiera…..
Leggo in questi giorni della presentazione della Gioconda a Napoli.
Il regista dice chiaramente che non è possibile ambientarla diversamente che a Venezia , tanti sono i riferimenti ambientali con la Serenissima , a cominciare da quella Bocca del leone nella quale i delatori mettevano le loro missive di spie per il Consiglio dei Dieci e del Doge in persona.
L’isola della Giudecca e i canali morti sono raccontati con dovizia di particolari e si inneggia anche alla Ca d’oro .
L’innamorato principe genovese ( un nemico ) arriva travestito da marinaio dalmata , anche questo un preciso riferimento.
C’è tanta acqua nel testo e in qualche modo anche nella musica di Ponchielli , tutto questo per dire che la messinscena di Salisburgo è stata deludente e incolta.
Leggo che i costumi rinascimentali ,dell’allestimento napoletano che mi dicono bellissimi , sono di Christian Lacroix , un nome dell’alta moda che mi fa bene sperare per quello che vedremo.
Forse , aggiungo in chiusura , anche Jonas Kaufmann avrà la strada più facile per entrare nel personaggio senza un ridicolo cappellino e un binocolo di plastica al collo.