Scissioni

Le foto delle sfilate di moda con le modelle e i modelli con addosso improbabili mises che mai si vedranno per strada , improbabili nudità e strani sacchi informi , poi piume , asimmetrie e ciarpane vario fanno capire quanto siano distanti i vecchi canoni della moda che poi si riflettevano negli abiti che si sarebbero visti per le strade la stagione successiva.

La creatività individuale che stranamente si assomiglia a tutte le latitudini  crea invece una strana risposta ,senza volerlo in realtà si assista ad una omologazione globale .

I ragazzi di Londra si vestono come quelli di Tokio e quelli di Berlino assomigliano ai ragazzi di Parigi o di Milano.

La moda se ne va per conto suo così come la cucina , sempre più rarefatta e complessa poi nella realtà è la pizza , declinata magari in forme più o meno ortodosse che vince sulle tavole del mondo civilizzato.

Una rottura tra i mondi artefatti della moda e della cucina con la realtà globalizzata anche se in realtà tutto questo riguarda comunque una piccola fetta del nostro mondo.

Poi c’è tutto il resto del mondo reale ed è come un taglio netto tra il ricco occidente e in qualche modo ricorda i passeggeri del Titanic che seguitavano a ballare al suono dell’orchestrina di bordo mentre in transatlantico colava a picco.

Da queste parti c’è ancora un politico che critica Zelewsky perché si ostina a vestirsi con le ineleganti tenute militari per ricordare al mondo che a due passi da noi si combatte nel freddo e nella neve come facciamo finta di non vedere le immagini del drone sulla folla che si accalca nella striscia di Gaza per un sacco di farina.

Poi arriverà una nuova pandemia a livellare il mondo e allora si tornerà a coprirci la faccia , ma forse lo faremo per la vergogna.