Das Paradies und die Peri

Un giorno qualunque , piove e l’abitudine di accendere la tv sul mio canale preferito Classica come sottofondo mentre sto leggendo  questa volta mi regala una emozione nuova . 

Prima ascolto distrattamente poi la musica bellissima mi fa smettere di leggere , curiosa cerco di sapere di che cosa si tratti .

Una composizione , anzi un oratorio profano di Robert Schumann che non conoscevo anche se il titolo mi aveva sempre incuriosito.

Ascolto e mentre ascolto faccio le mie ricerche , benedetto web!

Trovo tutto , sto scoprendo “l’acqua calda “, io credevo di essere una melomane preparata ma questa musica bellissima non l’avevo mai sentita.

L’elegante esecuzione è una registrazione della Philarmonia di Parigi , dirige Daniel Harding , riconosco tra i cantanti una deliziosa Christiane Karg ( ci avevo fatto una chiacchierata qualche anno fa al Musikverein ) nel ruolo del titolo , comunque i cantanti  sono tutti di altissimo livello.

Cerco e mi registro per un migliore ascolto lo stesso programma , poi addirittura lo ascolto ancora una terza volta , addirittura col testo originale e la traduzione a fronte .

Ormai so tutto su Das Paradies und die Peri e posso tranquillamente dire che se non fossi capitata per caso all’ascolto avrei perso una bellissima occasione di gioia musicale , così rara nella vita .

La storia della divinità orientale , una sorta di angelo caduto , che cerca attraverso tre prove di ritrovare il suo paradiso non è solo appannaggio di certe culture lontane . Sembra una storia che conosciamo già.

La bellezza è nella leggerezza musicale , nella felicità inventiva di uno Schumann giovane  che non si era ancora perso nei tragici meandri della sua follia.

Rimando le ricerche a tutti quelli che incuriositi le vorranno trovare in rete , un particolare tenero è la dedica “ agli uomini sereni”

Questa Peri che vaga tra l’India , l’Africa e la valle della Bekaa  (rivedo le immagini di un viaggio lontano a Baalbek che riemergono dalla mia memoria) mi ha proprio rapito .

Meno male che abbia potuto conoscerla , veramente non è mai tardi .

Dolcetto o scherzetto

Non è provato che la festa di Ognissanti abbia trovato una sua versione celtica nella festa di Halloween anche perché la bellissima tradizione cristiana riguarda le sfera intima dell’uomo mentre la saga pagana ha in sé qualcosa di macabro e ne sono conferma le mascherate horror.

Non ci appartiene ma come tutte le mode che vengono d’oltre Oceano aveva trovato spazio anche da noi ed ecco i bambini che  andavano in giro a suonare i campanelli mascherati chiedendo  caramelle e dolci traducendo in modo molto approsimativo il gioco di parole inglesi.

Il bello è che ci sono state molte persone che si sono preparate comprando dolci e poi ci sono restate  male se i bambini non sono arrivati  .

Confesso che un pacchetto di caramelle , prudenzialmente , lo avevo comprato anch’io memore del fatto che qualche anno fa in una buia sera di fine ottobre affacciandomi alla porta vidi tre bambini piccolissimi dietro il cancello che restarono molto delusi perché io proprio non avevo nulla da dare loro.

Ma da quello che leggo mi pare di capire che i bambini quest’anno non siano andati tanto in giro ,e menomale !, mi verrebbe da dire.

Forse la pandemia a suggerito ai genitori di non mandare i ragazzini in giro nella notte umida d’autunno , forse la tradizione importata non ha le radici americane solide che il marketing ci voleva imporre . 

Qualche zucca ci sarà stata comunque e qualche streghetta o maghetto si sarà visto in giro , ma poca cosa rispetto alla piega che prima del Covid aveva preso anche nel nostro paese.

Come tutte le cose importate a scopo commerciale anche Halloween è diventata un’occasione per festeggiare , quasi fosse un secondo Carnevale , con la differenza che il Carnevale in Europa è cosa antica mentre una anolaga tradizione in America proprio non c’è.

Storia di una lettera

Avevo condiviso una lettera indirizzata ad un giornalista di un noto quotidiano da parte della prima viola dell’orchestra della Scala: l’avevo trovata molto giusta e garbata ma non avrei mai immaginato che la mia condivisione fosse poi in realtà condivisa ulteriormente da tanta gente .

Ho visto poi che la lettera/ appello si fosse allargata come  un sasso nell’acqua attraverso tante altre condivisioni ; in effetti l’appello garbato aveva toccato un tasto dolente circa il fatto che la cultura musicale fosse così tanto disattesa dalla nostra stampa anche in considerazione della circostanza che invece un larghissimo spazio abbia avuto quest’anno la rilevanza via stampa per le tante glorie sportive che hanno costellato un anno davvero particolare per il nostro paese.

Allargando però  lo sguardo quel poco  di cui sono capace anche alle altre testate europee di rilievo non è che la situazione generale sia poi così diversa da quella italiana.

Al di fuori di quella che si definisce stampa specializzata e che cammina essenzialmente via web non ho trovato né in Germania , Francia , Austria , Inghilterra  ( per citare solo quei giornali importanti che ogni tanto vado a consultare ) molto spazio dedicato alle vicende musicali dei rispettivi paesi a meno che non si tratti di gossip o scandali finanziari .

Gi eventi musicali che “tirano” riguardano soprattutto le band e i grandi tour dei big della musica del momento mentre poche sparute righe riguardano eventi che in effetti , bisogna ammetterlo, hanno una diffusione molto meno ampia.

Ma l’attenzione, veramente inaspettata ,che il grido di dolore di un musicista abbia avuto tanta eco inattesa mi consola , forse anche se il mondo cambia ad una  velocità inimmaginabile  solo un paio di decenni fa, l’avvento delle nuove tecnologie ci permette tanti e tali ascolti ( da Spotify a YouTube , dagli steaming ai podcast )  forse ci  sarà ancora spazio per la musica colta ancora nel nostro futuro di sopravvissuti al Novecento.

Arrabbiata

Ma cosa passa per il cervello a degli imbecilli che per protestare contro l’obbligo di avere il Green passa per andare a lavorare paragonarsi con i deportati nei Lager nazisti ?

Cercavo di guardare l’espressione di quei volti apparentemente normali di persone che si credono nel giusto mascherandosi da vittime della Storia , della pagina più orribile della storia del secolo scorso ?
Avranno trovato divertente l’idea per attirare l’attenzione ? Ma quanta ignoranza , quanta superficialità e quale livello di offesa nei confronti della comunità ebraica può giustificare una simile carnevalata ?

Forse perché si sono sentiti autorizzati a ricordare l’ orrore visto che era Halloween?

Guardando le immagini di Novara c’è solo da provare uno sgomento totale nei confronti dei nostri simili che possono essere così tremendamente ignoranti da confondere un corteo di dissidenti in una offesa cosi’ globale nei confronti del genere umano da diventare degli orribili mostri.

In quel percorso “pacifico” tra finti fili spinati e fiaccole hanno offeso anche me e insieme a me ogni essere pensante di questo mondo.

Hanno scandalizzato le coscienze di tutti coloro che oggi hanno ascoltato le bellissime pagine delle letture durante la Messa di Ognissanti : beati gli operatori di pace e loro sicuramente non lo sono.

In nome di un diritto che credono di ribadire e non sanno che la loro battaglia è inutile e perdente : se per caso la pandemia tornasse a crescere ( e c‘è anche da temerlo ) la regola non finirà con la fine di dicembre .

Seguiteranno a tamponarsi forsennatamente o si daranno per persi alla vita : senza lavoro , senza cinema , teatri , trattoria , viaggi , stadi e tutto quallo che significa la vita di comunità ?

Se la loro ribellione parte dal principio della libertà sono ben felice di sperare che la loro sia la lieta libertà di ammalarsi , come ormai viene augurato da tutti coloro che di questi cortei più o meno indecenti ne sono vittime e non ne possono più.