l’inverno del cuore

 

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Due foto dal telefono al p.c. Operazione abituale , sono le foto della settimana : un giorno di noia , le prime bellissime rose di maggio , in fioritura.

Le fotografo , poi è tornato l’inverno, verrebbe da dire l’inverno dei nostri cuori.

 

Difficile trovare pensieri positivi nella cronaca dei nostri giorni , nel sentire quanto si allungano le ombre del razzismo , dell’antisemitismo , della paura nuda nel cuore indurito della gente.

Si doveva colpire una piccola bambina nel centro di Napoli per capire che la lotta alla Camorra era solo un discorso retorico : sembra assurdo , ma tranquillamente si parla di “malavita organizzata”, come se fosse una cosa naturalmente accettata anche da parte della pubblica opinione.

 

Le rose sono appassite prima di sbocciare del tutto , pioggia e vento fuori misura le hanno piegate e c’è ancora qualcuno che mette in dubbio le concrete profezie della scienza : credo si stia tornando verso uno strano medioevo post-moderno dove l’ unica voce positiva sarà quella di una ragazzina inquietante con le treccine : Greta Tumberg.

 

Si parla di reintrodurre l’educazione civica a scuola . Pensiero positivo se contemporaneamente non si cancellassero ore di storia , di arte ,non fosse già scomparsa la geografia e non si sia mai pensato di potenziare attività  in cui il rapporto con gli altri sia portatore di valori associativi.

In ogni scuola invece ci sarebbe bisogno di insegnare più musica , più teatro:

cantare insieme , suonare insieme ( non solo il piffero) , recitare insieme sono strumenti altamente educativi e lo dico per una ben collaudata esperienza personale.

 

Credo sia però un dovere degli adulti, diciamo pure tranquillamente dei vecchi,di non correre a nascondersi nei monasteri su altissime montagne dove leggere , studiare , serbare memorie .

Lo dobbiamo per questi nostri giovanissimi digitalizzati e informatizzati che comunque sono migliori della generazione che li ha immediatamente  preceduti .

Per oggi chiudo qui , il messaggio in bottiglia mi pare già sufficentemente impegnativo .

 

 

La via della memoria

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Passano oggi in televisione servizi su servizi tutti incentrati sul ricordo della tragedia che settanta anni fa , esattamente il 4 maggio 1949 , annientò in un incidente aereo che si schiantò sulla collina di Superga la squadra del grande Torino , campione d’Italia e di tutti i suoi dirigenti.

Ero una ragazzina , non mi intendevo di calcio e non me ne sono mai interessata anche in seguito ma quella vicenda rimase nel cuore di tutti gli italiani, ricordo gli occhi lucidi del mio babbo quando la raccontava.

E siccome la memoria fa degli strani cerchi concentrici quelle foto in bianco e nero , non a fuoco ,che ci ricordano un’Italia molto povera mi hanno riportato alla memoria un’atmosfera lontana , il mio breve periodo di interessamento al calcio , nella Firenze degli anni cinquanta :
ero molto giovane e abitavo “ dalle parti di San Gervasio” come recita una deliziosa poesia di Ardengo Soffici , a pochi passi dallo Stadio e in una traversa della via Aurelio Saffi dove abitavo io ci stava la squadra della Fiorentina.

Non è come adesso , i giocatori uscivano per andare ad allenarsi  e non c’erano le richieste di autografi , men che meno i selfie , ma io che avevo adocchiato un giocatore che aveva un po’ intrigato la mia fantasia , andavo a vedere gli allenamenti . tanto la porta dello stadio era aperta a tutti coloro che ne avevano la curiosità.

Il giocatore , per quel che mi ricordo , si chiamava Virgili ed era friulano , un qualcosa di esotico nella Firenze di quel tempo.

La memoria così mi ha riportato a quella zona residenziale di villini bassi , le cascate di glicine in fiore , la voce delle persone che camminavano lente , parlando.

Poche le macchine , il tram passava in fondo alla strada , in alto come una quinta la collina di Monte Ceceri , si diceva che Leonardo si fosse buttato da lassù con le ali , cercando di volare , chissà chi me lo aveva raccontato!

Tutto questo piano piano è riaffiorato nella mia memoria di oggi , lentamente partendo proprio dal ricordo della squadra campione che si portò via in un attimo solo tutta le gloria di una Italia dove anche i giovani portavano pesanti cappotti, in un tempo mitico , quasi da tragedia classica , là dove stanno gli eroi.

La poesia di Soffici finiva più o meno così: …

….a braccetto per quella via .

peccato ! la malinconia

s’era invitata da sé.

 

 

Walpurgisnachth

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E’ vero che non si finisce mai di imparare. Solo da ieri so che la notte di Walpurga , ovvero la Walpurgisnacht cade nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio.

Ovviamente io pensavo ad una festa pagana , molto raccontata nei melodrammi ( dal Faust di Gounod fino al Mefistofele di Boito ) , il tutto ripreso ovviamente dal Faust di Goethe, ma non immaginavo che fosse una specie di Halloween europeo…invece ora lo so grazie alla sorella tuttologa che telefonandomi ieri mi ha domandato  se ero andata sul Broken la notte scorsa e io :cosa vuoi dire ?

Spiegazione del rito della primavera , ovviamente nei paesi nordici , io ero rimasta alla notte di San Giovanni , quella ìì che la sapevo e mi piaceva , ma non avevo pensato che in quel caso in realtà si tratta dell’arrivo dell’estate ammesso che ci siano ancora le stagioni di una volta “ signora mia”….

Ne consegue che , gratta gratta , dietro il Primo maggio dei lavoratori , dietro il San Giuseppe lavoratore cattolico in realtà si nasconde il solito rito pagano antico e mi diverte molto sapere che le streghe avessero proprio un appuntamento formale e anche addirittura un luogo dove riunirsi per festeggiare.

Addirittura in Finlandia , lì lo chiamano Vappu, coincide addirittura con la fine dell’anno scolastico.

A me le streghe mi hanno sempre fatto pensare ad una pubblicità di un analgesico contro il “colpo della strega”, laddove una befana a cavallo di una scopa va a sbattere contro un albero durante il suo volo e mi ricorda una appassionata melomane sempre in Dirdl!

 

Dalle parti nostre invece lo si chiamava Calendimaggio , ma in realtà durava di più , era in relazione alle Calende di maggio e durava praticamente quasi tutto il mese .

In maniera molto mediterranea e solare il rito sotto sotto era lo stesso .Festeggiare il riprendersi della natura dopo il freddo invernale.

Strawinsky ce lo ha raccontato nel Sacre du Printemps con il sacrificio della vergine , in quello che viene erroneamente tradotto come la Sagra della primavera , in realtà meglio tradurre con il “rito”, bellissima a proposito  la rappresentazione che ne dette a suo tempo Pina Bausch.

Insomma gira e rigira , e ritornando al Sabba infernale sul Broken , ieri sera su Classica passava un Mefistofele  non nuovissimo , ma molto divertente e io ho festeggiato con un Adbrazakov strafigo la notte di Walpurga , in fondo noi donne siamo tutte un po’ streghe e io sono convinta di esserlo moltissimo.

Una persona a me molto  cara affettuosamente mi chiamava “Adrianilla streghilla fetentilla”.