L’avevo serbato salvandolo con una foto perché quell’articolo del New Yorker mi era sembrato esprimesse il mio pensiero di sempre a proposito della straordinaria capacità di Kaufmann di entrare talmente nel personaggio da cannibalizzarlo per sempre , cioè a mio avviso , dopo di lui trovare una certa difficoltà a riconoscere altri seppur bravissimi interpreti nei “ suoi ruoli” , primo fra tutti il suo Werther parigino.
Così è stato anche per Don Carlo , Alvaro fino al suo sublime Canio a Salisburgo.
L’articolo ha un occhiello in risalto che riporta esattamente :
Kaufmann celebrity has trascended his ability to desappiear seamlessly into a role.
Ci avevo ripensato giovedì scorso a Monaco , quando al su terzo Dick Johnson pensavo alle sue altre diverse interpretazioni dello stesso ruolo .
Illuminante il piccolo video promozionale del BSO : il bandito è diventato più vecchio e forse anche più disperato , il suo approccio con Minnie all’inizio è molto più grezzo e volgare , il cambiamento arriva con la confessione del secondo atto : qui la baldanza si perde nella disperazione di una vita sbagliata e alla fine , quando con la corda ancora al collo si affloscia in attesa di un verdetto di liberazione che forse neanche spera più, il recupero del ruolo è totale e convincente.