Capita una domenica pomeriggio , giocando col telecomando su Prime video e ad un tratto leggo di un titolo sconosciuto con un un sommario banale : Sonnenschnein ( storia di una famiglia ebraica in Ungheria) , ma la regia è di Istvàn Szabò, qualcosa mi dice , anche se poi non ricordo di averlo notato sugli schermi nel lontano 1999.
Un filmone di più di due ore , con Ralph Fiennes ( al tempo bellissimo) che partendo dallo shtetl del bisnonno e interpretando ii ruolo del protagonista in tre generazioni arriva alla rivolta ungherese del 1956.
Dal giovane che studia e che per diventare giudice si cambia anche il cognome , fedele all’Imperatore fino alla fine ,supera il periodo comunista , diventa schermitore ( ci vince pure le Olimpiadi del ’36 col nome di Adam Sors ) e per essere accettato si converte pure al cristianesimo e poi muore ad Auschwitz fedele alla propria identità nazionale. Si arriva all’ultima generazione , ancora comunismo , restaurazione , comunismo, solo la nonna che attraverso la sua macchina fotografica vede il “vero” ne conforta le varie crisi identitarie.
Il film finisce quando il protagonista riprende il suo nome e la sua identità negata e avanza da solo verso un avvenire ….che si spera migliore.
Alla fine , il film non è certamente un capolavoro ,ma certo ci consente di ripassare tanta storia europea e tristemente mi porta all’Ungheria di oggi e il nome di Orban mi si stampa in testa come un lampo.
Faccio un’indagine : a suo tempo il film ebbe molti premi , la colonna sonora era di Maurice Jarre e per inciso , tra i tanti interpreti c’è un bellissimo cameo di William Hurt nel ruolo dell’intellettuale comunista ebreo che muore vittima dell’antisionismo imperante da sempre in quel paese.
Bellissima la frase del padre : “a noi ebrei non conviene salire molto in alto , è sempre pericoloso farsi troppo notare”.