Il mito del tenore

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C’è una fllastrocca che si riferisce ai mesi dell’anno e dice : trenta dì conta novembre , con april giugno e settembre , di 28 ce n’è uno…tutti gli altri ne han trentuno…Mi è venuta in mente questa filastrocca guardando il documentario “il mito del Tenore “ su ARTE ieri pomeriggio. Di 28 ce n’è uno…tutti gli altri ne han trentuno . Ovviamente quel “28 ce n’è uno “ si riferiva a Jonas Kaufmann …tre o quattro intorno e tutti gli altri…trentuno. Non è fatto male il documentario , molto divertente anche perché mi ha permesso di rivedere alcuni momenti della straordinaria Manon di Monaco , di salire le scale del mitico grande magazzino Ludwig Beck di Monaco , di rientrare nelle Philarmonie della stessa città , insomma di viaggiare laddove mi piace stare più spesso.

Però , come al solito , si dicono le stesse cose di sempre : i tenori di una volta , la svolta data da Caruso , l’invenzione del Do di petto , il concerto di Caracalla dei tre tenori , qualche frammento qua e là, ma anche delle notevoli sbavature come quella di mettere sullo stesso piano Jonas Kaufmann e Klaus Florian Vogt: con tutto il rispetto , basterebbe guardare la vastità del repertorio di ciascuno dei due per capire da che parte pende la bilancia! Comunque il documentario contiene dei momenti divertenti e preziosi : l’attraversamento di Piazza San Marco a Venezia di un Mario Del Monaco drammaticamente già vestito da Otello è una perla degna di Una notte all’Opera dei fratelli Marx, la vivacità di insegnamento di Vittorio Grigolo che spintona l’allievo al proscenio per fargli cantare l’aria del Conte nelle Nozze è da manuale.

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Devo dire che Grigolo , per la simpatia e la carica umana , è quello che si salva meglio ed è l’unico che regge il confronto con Jonas la cui deliziosa battuta rubata : peccato lasciare questa bella aria… e canticchiare uscendo dall’Helen Fischer show verso quel Fidelio della Scala che i trecento chilometri che mi separano da Milano non mi hanno permesso di godere…Un programma comunque divertente da cui si evince solo , e sono le parole di Giancarlo Del Monaco , che ci sono cento soprani ma che il Tenore è il tenore e qui ci dobbiamo fermare: con tutta la fragilità della voce umana , che non è uno strumento da suonare ma che esce dal corpo questa è la Voce , quella che fa vibrare le platee , quella che ci fa soffrire quando le corde vocali non rispondono a dovere , quando finalmente salendo emotivamente si scioglie nel famoso acuto che ci strappa l’anima.

Ce ne fossero più spesso di programmi come questo , per esempio alla Tv italiana che si ostina a chiamare Bocelli tenore , ma anche in giro per l’Europa dove comunque quando si affrontano questi temi si pecca sempre per superficialità. A Jonas il solito messaggio in bottiglia : non tema per la sua carriera e se dovesse avere meno voce sai quanti film potrebbe fare!…drammatici , romantici e comici perché oltre a tutto lui è anche un grande attore comico, lo sa bene chiunque anche per uno solo momento si sia divertito a sentirgli fare le imitazioni con la sua voce perfettamente educata ma che sa essere anche comicamente duttile.Per chi se lo fosse perduto il documentario è sul Web di ARTE e sarà replicato l’8 di agosto più o meno alla stessa ora.