Quel fazzoletto

L’ambientazione esotica e lontana , il mondo rigorosamente chiuso come può essere quello di un esercito in terra straniera , il disagio , le gelosie gerarchiche , il sesso comunque presente quando si vive troppo vicini : questa è la scelta registica dell’Otello verdiano in chiave mediorientale.

Così un nuovo Otello si aggiunge alla serie di personaggi molto diversi fra di loro che Jonas Kaufmann regala alle falangi di seguaci che accorrono da ogni dove per seguire quella trama di perdizione che è la tragica storia di una ossessione , questa volta però trovandosi di fronte una Desdemona forte e stupendamente compresa da Maria Agresta in stato di grazia , sia vocalmente che nella perfetta adesione al personaggio che Martone le ha chiesto di essere.

Felice anche la scelta di Jago dalla voce possente del baritono russo Golovatenko.

Momenti registicamente felici si alternano comunque a qualche caduta dovuta però alla esigenze restrittive richieste dalle norme anticovid.

Così si spiegano alcune sempliciste soluzioni sui movimenti delle masse corali, sulla riduzione un po’ ingenua di alcuni momenti che erano stati pensati diversamente . 

Bellissima la chiusa del Credo blasfemo di Jago e l’uso dello stesso sipario che isola il perduto Otello  nella solitudine disperata della morte .

Intuizione teatrale efficace la percezione da parte di Desdemona dell’arrivo di Otello nella stanza accanto , la sua paura ,la inutile arma sotto il cuscino perché comunque la vittima del femminicidio non sparera’ , va incontro al suo destino al quale non vuole comunque sottrarsi.

Laddove la sapiente regia teatrale di Martone si rivela appieno è anche nella casualità del gioco infernale del fazzoletto dove entra in scena anche il ruolo non secondario di Emilia , anche lei importante pedina del destino.

Nessuno scandalo , la storia scritta mirabilmente cinque secoli fa , la magia del grande vecchio Verdi ,  genio italiano felicemente seguito dal giovine Boito che è riuscito nella non facile impresa di consegnarci la più drammatica testimonianza della storia attualissima di una tragedia che purtroppo è storia dell’oggi.

Un L’Otello di Napoli che ci è stato regalato è tutto questo grazie alla stimolante regia di Mario Martone che aveva a disposizione tutta una serie di congiunture favorevoli : l’arte felice di grandi interpreti , una precisa direzione musicale , un grande direttore del coro e una scenografa illustre. Tutto questo grazie ad un sovrintendente esperto e coraggioso come Stephane Lissner cui va tutta la mia gratitudine.

2 thoughts on “Quel fazzoletto

  1. Grazie, rileggerti colma piano piano le mie immense lacune in materia.
    Adriana 2 …la vendetta, dicesti a Napoli

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