Orfeo hippy

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Piove , finalmente! Mi sveglia un grande scroscio temporalesco e la temperatura si abbassa di colpo . Tutto ok ,ma mi coglie impreparata per la mia solita gita del mattino. Eppoi ho un sonno pazzesco , anche ieri sera ho fatto tardissimo , prima in teatro e poi con il blog , non ho più la resistenza di un tempo. Esco barcollante , ma fa di nuovo caldo ,l’asfalto ribolle e le poche gocce di pioggia che cadono rade nella tarda mattinata mi riportano a leggere in albergo , nel corridoio che non è neanche una hall. Una gentile addetta alla portineria : greca parlante un ottimo italiano mi informa che dopo il Torbräu è il più vecchio albergo di Monaco. Dalla facciata sembrerebbe piccolissimo , ma poi si allunga molto in dentro. Crollo in camera e mi risveglia verso le due un diabolico promoter di Sky : questi hanno addirittura il mio cellulare, li odio!

Stasera in programma l’Orfeo di Monteverdi al Prinzregententheater. Ci vado volentieri , non ci sono stata mai prima d’ora. Vale la pena di andarci , me lo avevano detto che, nel piccolo , ricorda Bayreuth. Anche per la cerimonia delle trombe prima dello spettacolo e la spietata chiusura simultanea delle porte. Ma questo è un piccolo gioiello tutto affrescato e le poche foto che ho fatto lo documentano . Cerbere guardiane impediscono anche le foto degli applausi e quando il sovrintendente Bachler  ha insignito del titolo di Kammersänger il bravissimo baritono Christian Gerhaher…mi si era scaricata la batteria! Lo spettacolo si è rivelato prezioso come il teatro che lo ospita . A onor del vero io non ho proprio una gran propensione per il barocco e pensare due ore ininterrotte di  spettacolo mi avrebbero potuto anche impensierire. Ma la visione in streaming di questo gioiello mi aveva già convinto che sarebbe stato molto interessante. Molto di più , lo spettacolo è bellissimo , pieno di trovate , spiritoso , con costumi favolosi e al solito (qui a Monaco sembra normale) dato in maniera strepitosa.

La storia del cantore rock anni ’70 che arriva con la sua compagnia del genere hippy di Hair sul pulmino Wolkswagen è già un buon inizio , poi le trovate si susseguono : Caronte , Plutone , Proserpina e il mondo degli inferi , tutto una girandola di apparizioni e le due ore corrono veloci. Ovviamente tutto cantato in un bell’italiano correttamente scandito per ricordarmi amaramente quanto tutto questo mondo  sia nato a casa nostra e ora sembra proprio che in Italia ce lo siamo dimenticato. Nella compagnia di canto , oltre al già citato protagonista Gerhaher, una sola italiana , applauditissima: Anna Bonitatibus, il resto composto da cantanti di ottime scuole di canto francesi, tedesche , inglesi ,  austriaci , croati. L’Ensamble barocco del Bayerischen Staatsorchester diretto da Christopher Mould , il coro , tutti giovanissimi , Zürcher Sing Akademie., la regia di David Bösch. Consegna finale dell’onoreficenza al protagonista , pubblico in delirio, anche stasera torno in albergo appagata.

© Diritti riservati

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