Un prato verde copre l’intero palcoscenico dell’Opernhaus di Zurigo.
In una splendida giornata di fine settembre si apre la stagione operistica con un titolo accattivante :l’Jewgeni Onegin di Tschaikowski,una volta tanto scritto correttamente.
Nella piccola preziosa sala il pubblico delle prime , eleganza discreta della ricchissima città svizzera.
L’opera facile ,orecchiabile, tanto amata sia patria che nel mondo sembra semplice ma dietro la storia tragica c’è un capolavoro letterario e per una volta non è male ripensare a Puskin, specie quando si hanno degli interpreti grandissimi come è stato in questa edizione.
Devo innanzitutto dire che questa messinscena quasi cechoviana , di una falsa semplicità ha fatto risaltare in modo particolare il coté maschile del cast.
Uno straordinario Peter Mattei tanto padrone del ruolo da essere un tutt’uno col suo infelice e tormentato personaggio come il sempre più maturo Pavol Breslik nel ruolo di Lensky
E’ un’edizione al maschile che mette un po’ in ombra la pur vocalmente dotataTatiana di Olga Bezmertna e la Olga di Ksenia Dudnikova , ambedue al debutto nel ruolo.
La strada scelta dal regista ,questa bucolica spianata di campagna dove avviene tutta la storia può sembrare una via semplice, poi quando alla fine il salotto del principe Gremin viene smontato a vista dai servi di scena e Onegin si ritrova solo nel prato dove tutto era cominciato, fino a trovare per terra quel barattolo di marmellata nel quale la ingenua e infervorata giovane aveva messo il suo messaggio d’amore,si capisce meglio la sotttile e intelligente scelta registica.
Ugualmente sgomenti lascia anche la scena vuota su cui restano le giacche abbandonate dei due amici perduti nel momento dell’ira e dell’alcool.Il colpo di pistola è lontano, come è lontana la deriva fatale che decide il destino di tutti i personaggi di questa vita falsamente tranquilla nella quiete della campagna russa.
Ottima direzione di Stanislav Konchanovsky e ho già detto della bella intelligente regia di Barrie Kosky.
Sono tutti bravissimi gli interpreti di questa bella coproduzione con la Komischen Oper di Berlino,tutti festeggiatissimi nella bella serata aperta dopo la prima anche a tanti spettatori amici.
Si respirava un’aria quasi familiare , un backstage open e festoso di un teatro di grande tradizione e cordialità.
Sono molto lieta di averne potuto godere anch’io.
Ah, Mattei e Breslik ! e poi Barrie Kosky, che ha avuto il buon senso di lasciare questo suo paese natale. Quanto mi piace questa messinscena…tiro un sospiro di soddisfazione. Due giacche abbandonate, il barattolo vuoto sull’erba – troppo tardi, troppo tardi, cosi’ è la vita..
Ne ho viste tante messe in scena e questa semplicissima è bellissima