Non è solo guerra di religione

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Una settimana fa , soltanto : ero a Londra , gli attentati di Parigi nello sguardo sgomento di tutti . Poi ancora un giorno e sono tornata a casa , attaccata alla tv per quanto mi era possibile per seguire sia le affannose ricerche del commando terrorista che per vedere la lenta e difficile ripresa della vita parigina, i terroristi identificati , o meglio i loro resti, gli strani  e per me falsissimi passaporti ritrovati vicino ai resti irriconoscibili . La caccia al nucleo nascosto, il blitz a St. Denis e ancora ne manca uno ancora in fuga. La televisione riesce a far sembrare una fiction anche la realtà più tremenda , poi ieri le immagini dell’attentato al Radisson nel Mali . Ovviamente tutto più lontano . Il numero degli ostaggi vittime ritorna ad essere molto meno drammatico , ma i fatti sono gli stessi.Mi rifiuto di pensare a cambiare vita ; tra una settimana andrò a Firenze a presentare il mio libro : quindi treni , stazioni, città d’arte.

Poi a metà dicembre Parigi , sì proprio Parigi : ho già in tasca il mio biglietto del volo , il biglietto del teatro e dalle notizie recenti pare proprio che sarà proprio lo spettacolo che spero di vedere. Ho una famiglia numerosa : nipoti sparsi per il mondo , figli che lavorano  in luoghi pubblici. Possiamo fermare tutto questo per la paura? Questa metastasi del terrore che non voglio chiamare Isis perché non gli riconosco la dignità di uno stato la voglio chiamare Daesh: so che a loro non piace questa dizione e la uso deliberatamente, in arabo assomiglia ad un epiteto e comunque vuol dire “portatori di discordia”. Le guerre di religione ci sono sempre state, ma questa non è soltanto una guerra di religione .

E’ il tentativo di un sovvertimento di valori in nome di un dio nel quale non si riconoscono neppure i suoi più miti seguaci. Cosicché in un mondo sempre più piccolo in cui le distanze sono diventate terribilmente corte, in cui le informazioni arrivano tutte in tempo reale non sarà facile superare la tensione che ognuno di noi prova appena esce dalla porta di casa. Per combattere questo terrorismo è necessario agire come sempre si è fatto per arginare la deriva: i terrorismi , tutti , si combattono levando loro la loro fonte di sussistenza: il denaro .mIl pesce nuota nell’acqua , questo nuota nell’oro nero , si rifornisce di armi importanti , viaggia comodamente in voli di linea , su navi passeggeri . Accetto volentieri tutte le noiose restrizioni al trattato di Schengen , tutti i controlli aumentati anche per noi europei , ma finché non si chiuderanno i rubinetti importanti sarà molto difficile cantare vittoria.

Personalmente non gliela darò vinta , seguiterò a fare la mia vita di sempre semmai avrò il cuore più stretto per tutti i miei cari in giro per il mondo ma spero che i cosiddetti grandi della terra si accorgano che non è soltanto con le strette di mano davanti alle telecamere che riusciremo a rendere questo piccolo  mondo meno infernale . La mano sulla coscienza se la mettano i grandi finanzieri, i grandi venditori di armi , i trafficanti di petrolio al nero ( e non è un gioco di parole). La pallida Europa impaurita , sempre più piccola nello scacchiere del mondo ha il diritto di chiedere  in nome dell’unica cosa preziosa che abbiamo nel DNA , la democrazia, che il nostro pianeta ritrovi la strada della sopravvivenza , anche nella consapevolezza che in questo  nuovo  millennio non saremo più protagonisti.

10 thoughts on “Non è solo guerra di religione

  1. Cara Adriana, grazie per le suebelle parole, che nascono da pensieri altrettanto belli e giusti. Anch’io ,come lei , ho figli in Europa, che sono belli dentro e fuori. Come lei, non voglio darglila vinta. Ma per favore, continui a parlare,e ad ascoltare, musica. Per noi,diveramente giovani, è indispensabile, un salvavita.
    Anna

  2. E poi la Dannazione cade proprio a proposito, voglio dire, e’ un’opera altamente spirituale, anche difficile, sia da eseguire che da ascoltare, adatta piu’ ad un pellegrinaggio che ad una “gita”, vi auguro emozioni forti che possano allontanare quella sensazione frustrante di vuoto di senso. In questo momento una giovane amica che vive e lavora a Bruxelles ci ha informati dello stato d’assedio che c’e’ in quella citta’, proprio mentre scrivevo queste parole.

    • E ti confesserô anche che la Damnation non é proprio tra i miei titoli del cuore. Se non c’era lui non ci sarei andata . Anche perché ho la sensazione frustrante di vederlo pericolosamente invecchiare avendo negli occhi la Damnation del 2002 …..

    • Io ci provo , perlomeno ! E cerco di dirlo a tante persone che si stupiscono che io seguiti ad andare in giro…

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