My voice is Kaufmann voice!

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Il giorno dopo , cercando di essere meno emotiva , analizzo la serata scaligera cominciando da una notazione marginale . In tutti i pezzi che ho letto , alcuni decisamente pregevoli e degni di nota ad un certo punto leggo : il tenore tedesco. Ebbene a me di definire Kaufmann tedesco non mi sarebbe mai venuto in mente. Infatti quando un intervistatore intelligente della BBC gli chiedeva a quali grandi del passato fosse paragonabile la sua voce , lui con sublime ironia ha risposto : my voice is Kaufmann voice ! E non era una spacconata un po’ guascone alle quali   lui comunque fa spesso ricorso : era una banale constatazione del fatto di non avere voci di riferimento.10914913_1252501928110314_1871938496076771161_o

Se quardo il suo calendario ci trovo a breve Don José , poi una Liederabend , a seguire la ripresa di Manon Lescaut , poi un Florestan nel Fidelio a Salisburgo , per approdare in autunno ad una Aida per poi terminare l ‘anno con la Damnation di Faust di Berlioz . E mi fermo a dicembre perchè poi se mi spingo nel prossimo anno la varietà dei ruoli è davvero impressionante. Per questo mi pare estremamente riduttivo chiamarlo il tenore tedesco : se si tratta di un dato anagrafico o.k , diciamo anche che è nato a Monaco e che tra un mese compie quarantasei anni. , ma ogni altra definizione anagrafica a mio avviso gli va stretta. Vengo ad analizzare il progetto Puccini : il maestro Chailly ha dichiarato di avere messo in cantiere una sorta di rivisitazione e di approndimento di tutta la produzione pucciniana , a torto qualche volta considerata un lacrimificio facile e che ha sicuramente bisogno di essere analizzata con maggiore attenzione. Il concerto di Kaufmann entra perfettamente in questa ottica . Rigorosamente cronologico il percorso , con particolare attenzione a quelle due prime opere , oggi raramente date. Non a caso uno dei momenti forti della serata per me e’ stata proprio l’aria iniziale dalle Villi, poi tutti in attesa del cavallo di battaglio tenorile il Vincerò dalla Turandot. Ero sicura che la sua interpretazione sarebbe stata “diversa” e infatti il suo approccio alla temutissima aria è stato affrontato in una chiave diciamo cosi piu ragionata , per certi versi anche addirittura più intimista.Jonas Kaufmann - Nessun Dorma (encore), La Scala, 14th June 2015 (Low)

Che poi alla fine sia esploso nel perfetto si naturale era scontato , come anche era scontato che non arrivasse in frack. Quel suo Puccini ad un tempo segnato da una sorta di understatement   e perfettamente calibrato si rifaceva alle sue splendide interpretazioni , pochi secondi , un accordo ed ecco il suo essere De Greux , Dick Johnson , Cavaradossi , fino al Calaf ancora inedito nella pienezza del ruolo. Mi piace anche parlare della partecipazioe affettuosa del labiale di Pereira , che appena fuori la quinta lo aspettava alla fine di ogni pezzo ed ogni volta se lo abbracciava. Anche una vecchia signora in terza fila se lo seguiva teneramente col labiale , questo gran ruffiano di Puccini non permette sbavature o distrazioni , lo si canta dentro in ogni suo momento coinvolgente. Vengo ai cinque bis , anche qui un discorso intelligente e calibrato . Prima le due arie omesse dal programma ufficiale . Rispettivamente Recondita armonia e Ch’ella mi creda libero e lontano…quell’aria aggiunta alla Fanciulla per far contento Caruso , poi l’incanto della mezzavoce del grande interprete che ha lasciato senza fiato i novellini del suo Repertoire . Ombra di nube di Refice e’ uno di quei pezzi incantati che lui regala generosamente e che provoca l’unico momento di silenzio alla fine della romanza . Quell’attimo sospeso che è’   la conferma di essere arrivato al cuore del pubblico.

https://youtu.be/iCg4VhNJoac

Piu semplice il Non ti scordar di me e poi il capolavoro assoluto in chiusura : ha bissato spavaldamente il Nessun dorma che mi ha fatto dire  ma è matto un quinto bis di quella portata ? Quasi una sfida, credo, anche a se stesso. Si è divertito a farsi levare il cravattino dall’amico Jochen e poi ha riattaccato spavaldo…e si è anche sbagliato saltando una strofa! Mani nei capelli , sorrisone accattivante , ripresa perfetta del pezzo e il finale in apoteosi poco scaligera e molto kaufmanniano. Il ragazzo non è un tenore tedesco , è un fuoriclasse unico e inclassificabile. Fortunato chi ha la possibilita di sentirlo dal vivo in questo momento di grazia della sua carriera.

8 thoughts on “My voice is Kaufmann voice!

  1. Davvero è un fuoriclasse, fortunata te cha hai potuto goderlo dal vivo. Caongratulazioni !

  2. Il recital era già finito da un pezzo e Pereira ci aveva già annunciato che non ci sarebbe stata alcuna sessione di autografi, spiegandoci che Lui, Jonas, nei cui confronti il Sovraintendente della Scala ha veramente un atteggiamento paterno, era stanchissimo e ci aveva già regalato ben cinque bis (ma noi l’avevamo ricompensato con un entusiasmo che definire da concerto di una pop star è riduttivo – lo dico per esperienza personale…). Io e le mie due nuove, simpaticissime e preparatissime amiche romane siamo rimaste lo stesso a “far flanella” davanti all’uscita degli artisti in Via Filodrammatici, con la scusa della speranza che Lui, prima o poi, uscisse da lì, pur essendo perfettamente conscie del fatto che se ne era già andato da un pezzo, da chissà quale altra uscita di quell’immenso labirinto che deve essere la Scala (avete presente Il Fantasma dell’Opera?).
    Ci ha fatto compagnia una deliziosa signora veneziana di una certa età, spiritosa e simpaticissima come solo i “Veneziani Gran Signori” sanno essere, sulla scia di Goldoni, e con un “eloquio” assolutamente disinvolto, nonostante la sua età e la grandissima classe. Dopo averci raccontato che la sua famiglia, a causa della sua classe sociale che non le permetteva di “abbassarsi” a certe professioni, le aveva stroncato dapprima la carriera di cantante lirica e poi quella di indossatrice per un sarto famoso e raffinato dal nome di un celeberrimo musicista, e che solo dopo molti anni di matrimonio era riuscita a frequentare nuovamente il mondo della lirica (in particolare il RossiniFestival), ci ha confessato che, per lei, prenotare da un anno all’altro i suoi “appuntamenti” musicali è un modo di prolungare la sua vita e che anche il suo medico le ha assicurato che la carica di adrenalina che le le dà l’attesa di questi eventi è migliore di qualsiasi medicina… Usare il nostro fuoriclasse anche come cura? Già lo sospettavo, che avesse effetti benefici anche a livello fisico,ora, dopo aver visto la signora veneziana (ma anche l’autrice del presente blog…)’ ne sono assolutamente certa! Di Puccini ne parliamo un’altra volta, per non mettere troppa carne al fuoco…

    • Grazie Paola del tuo delizioso racconto! Quella medicina adrenalinica la conosco bene, per ora biglietti fino all’estate 2016 , semmai li lascio in eredita’! E pare che per l’Otello sia costretta a sperare di campare un anno ancora in piu’….

      • Grazie a te, Adriana, e a Jonas, che mi avete fatto tornare la voglia di scrivere, dopo troppe comparse conclusionali…
        Tu sei la dimostrazione vivente degli effetti benefici del Nostro!
        Ricordati, non solo che ci saranno una Turandot, un Tristano e ancora tanto Verdi e tanto Strauss nel suo e nel nostro futuro, ma anche che ci saranno repliche, con nuove regie, di opere di cui abbiamo appena visto, o vedremo a breve, la sua prima rappresentazione (pensa a Aida!).
        Scaramanticamente, non diciamo niente, ma facciamo affidamento sui suoi poteri taumaturgici…

  3. e per citare il mio amato Wagner…per me….e’ sono ancora emotivo…..fu…LUFT LUFT!

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