Forse perché sono passati ottanta anni dalla morte di Stefan Sweig e la ricorrenza non è passata inosservata ho ripreso in mano il suo capolavoro assoluto : Il mondo di ieri ( die Welt von gestern) , un libro testamento di un epoca ma anche un messaggio per un domani europeo nel quale il grande scrittore aveva creduto e con l’amarezza per il suo fallimento lo scrittore si era suicidato in un paese lontano insieme alla moglie come a mettere un suo suggello alla fine del suo mondo.
L’Europa dei nostri giorni , ricostruita con la tenacia degli idealisti e sulle ceneri della più grande tragedia del secolo scorso è di nuovo minacciata anche se paradossalmente proprio il pericolo che ci incombe addosso sembra avere rinforzato la comune volontà di non cedere di fronte all’aggressione drammatica della Russia di Putin contro un paese che ha un governo democraticamente eletto e che aspira , forse troppo pericolosamente ad entrare nel blocco occidentale europeo .
Il problema è la NATO , ma è anche l’annessione all’Europa in quanto mondo occidentale libero e organicamente integrato nel sistema capitalistico occidentale.
Ovviamente l’Ucraina è attraversata da “una sottile linea rossa “, non tutto il rosso è rosso e non tutto il nero è nero in un paese in bilico tra la ricerca di una vera democrazia e la difficile convivenza tra vecchie storiche linee di confine che oggi però trovano nelle giovani generazioni una spinta comune verso l’omologazione e l’integrazione di stampo europeoista.
A questo proposito mi è ritornato in mente quello che mi disse un autista a proposito della ex Cecoslovacchia mentre andavo verso la Repubblica ceca : mio figlio e un suo amico slovacco per capirsi si parlano in inglese .
Seguiamo tutti con trepidazione le ipotesi di tregua , la possibilità di un difficile accordo che comunque non vedrà né vincitori né vinti .
L’importante è che si faccia presto , lo spettro nero si abbatte su tutta l’Europa .
Non è il momento di fare troppi distinguo.