Kammeroper alla Mole 3

Credo che nessuno avrebbe scommesso un pienone ad Ancona nel cortile della Mole Vanvitelliana per una cantata barocca del 1725.

Invece è successo , a dimostrazione che se al pubblico si danno occasioni di alto livello culturale anche una disattenta città di provincia reagisce con entusiamo – 
L’occasione era comunque ghiotta : Marc’Antonio e Cleopatra , serenata a due voci , musica di Johann Adolf Hasse , detto il Sassone , composta a Napoli in onore del genetliaco della Kaiserina Elisabeth Christine di Braunschweigen-Wollfenbüttel , la quale se ne stava a Vienna , ma nel vicereato asburgico di Napoli era comunque prassi festeggiare con canti , rinfreschi e fuochi a mare.

Il tema ,sviluppato a due voci affronta il “che fare?” dei due amanti sconfitti dopo la battaglia di Azio . Onore e gloria, finale tragico con coda trionfale in omaggio alla Kaiserina lontana , come d’uso al tempo.

Musica barocchissima , impreziosita dalla raffinata esecuzione su strumenti d’epoca eseguita dall’Accademia Bizantina con  la mirabile direzione di Ottavio Dantone al clavicembalo , la mise en espace dell’infaticabile Vincenzo De Vivo , luci, costumi  e minima scenografia di Lucio Diana.

Risultato elegantemente perfetto.

Le due voci di altissimo livello ; due giovanissime francesi : Sophie Rennet , Cleopatra e Delphine Galou , Marc’Antonio .

A suo tempo per la delizia e il divertimento dell’oggi dovremmo ricordare che Cleopatra fu lo strepitoso Carlo Broschi detto Farinelli e Marc’Antonio un contralto fiorentino Vittoria Tesi detta la Moretta , figlia di un lacchè africano del Granduca di Toscana .

Qust’intreccio “gender” : lei nella parte di lui , lui nella parte di lei era prassi normale all’epoca e oggi per ritrovarne la vocalità abbiamo bisogno delle voci educate al barocco che abbondano specialmente nei paesi d’Oltralpe.

E’ finita , con successo questa piccolissima stagione musicale anconitana , in tempo di Civid è stato già un miracolo.

Il prossimo anno dovremmo ricominciare con la cosiddetta stagione lirica, magrissima di titoli per i soliti annosi problemi economici quando non  è riconosciuti neppure come teatro di tradizione, ma sarà comunque un miracolo realizzarla.

Resta comunque l’indicazione che uno spazio prezioso come il cortile con il Tempietto vanvitelliano della Mole è uno spazio alternativo anche per incursioni in ambito culturale di alto livello.

4 thoughts on “Kammeroper alla Mole 3

  1. Ebbene si, Adriana, io sono stato quello che per primo ci ha creduto, proponendIn questo contestoo la Mole ad un assai perplesso Consiglio di Amministrazione, ben sapendo che di musica per quel piccolo palcoscenico ce n’era tanta. Il giorno dopo De Vivo, Roberto il tecnico e il sottoscritto eravamo alla Mole per valutarne tutte le possibilità. Poi, ovviamente, è stata la fantasia del M°De Vivo ad effettuare le felici scelte, tutte improntate alla comune convinzione che sarebbe stato molto più bello fare grandi le opere che nascono piccole piuttosto che fare piccole le cose grandi (riduzioni, forme di concerto, arraggiamenti dei consueti melodrammi). In tale contesto, è nata l’idea di proporre un Festival Barocco estivo tutti gli anni che dovrebbe introdurre la successiva Stagione Lirica al chiuso; speriamo che le risorse ce lo permettano. Noi lavoriamo per ottenere quanto più possibile e vorremmo essere affiancati da tutti coloro che intendono innalzare con la musica il livello culturale della città.

    • Ognuno contribuisce con quello che può , bravi tutti.
      e grazie per la segnalazione del refuso…al solito non rileggo e il pc. fa da solo!

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