Il ritratto di JK

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Devo confessarmi : ebbene si , una volta ci ho provato anch’io! Forte del fatto di avere frequentato un liceo artistico , di avere disegnato costumi teatrali per gran parte della mia vita , insomma considerandomi capace di tenere una matita e/o un pennello in mano ho tentato di fare un ritratto di Jonas Kaufmann. Impresa assurda e fallimentare : Kaufmann il bello , Kaufmann l’istrione non è per niente catturabile in un ritratto . Ben lo sa l’artista americana che per fargli un ritratto commissionato dal Bayeriche Staatsoper ha finito per fare un disegnino quasi astratto che comunque poco coglie della personalità dell’artista . Da qui il mio annoiato sguardo su tutti i tentativi di ritrarlo che , magari con amore o per lucro , vedo regolarmente pubblicati su Facebook.

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Non è un soggetto facile . Ci sono tante , troppe foto che lo ritraggono , tantissimi frames dei suoi video , ma i disegni no , i disegni sia quelli patetici di vecchie signore che magari hanno frequentato un corso di acquarello per ingannare il tempo che quelli più ambiziosi di chi pensa di recargli in questo modo omaggio ottengono solo il risultato di farlo sorridere quando trionfalmente gli vengono consegnati all’uscita dei teatri o che belli incorniciati possiamo ammirare tutti in bacheca , magari contornati di fiorellini. Dove finiscano certi “capolavori“ non lo so , penso in qualche cestino girato l’angolo dietro il teatro. Sono più interessanti le elaborazioni grafiche di foto , ma anche quelle ormai sono inflazionate , oltretutto ormai ci pensa la Sony a photoshopparlo in tutte le salse . Lui , quando gli vengono consegnati si limita a dire , quando gliene va : ma non mi somiglia , più spesso da grande “mercante“ di se stesso li accetta con un sorriso . Fine della trasmissione. Nell’epoca della fotografia lo vedrei bene ritratto da un vero grande fotografo , di quelli seri che magari ci mettono settimane per una posa. Ma bisogna fare presto se non si vuole ritrarre un signore piacente ma inevitabilmente segnato dal tempo che passa. A questo punto mi appaga di più sentire la sua voce e ricordarmelo come l’ho visto nel tempo , sui palcoscenici del mondo o nei filmati d’epoca che lo ritraggono lungochiomato e magari orribilmente malvestito nella sua stagione zurighese.

Schermata 2015-09-13 alle 13.59.10

Dovrei anche parlare dell’ultima notte dei Proms ma ho un piccolo problema a farlo: dotata di satellite Astra ho seguito in diretta la seconda parte, la prima via radio con molti inserti già su Facebook e fin lì tra abbigliamento e arie stavamo sul sicuro. I Proms sono una festa popolare molto british, un po’ carnevale , un po’ humor anglosassone . Poi è arrivata la televisione.  Adeguarsi o perire ? Dal risultato dell’abbigliamento del nostro amato tenore direi  meglio perire che affidarsi a Dolce & Gabbana . Poi a sua parziale discolpa ho anche pensato che lui si maschera sempre in scena anche se  senza alcun dubbio il suo abito di scena della Manon di Monaco era infinitamente più elegante della redingote londinese. Insomma , noi italiane sopravviveremo anche  se questa volta non ce l’abbiamo proprio  fatta a digerire certe mises . Speriamo in un’Aida minimalista!

14 thoughts on “Il ritratto di JK

  1. Queste tue parole: mi appaga di piu’ come l’ho visto nel tempo…mi fanno una tristezza infinita. In realta’ e’ passato poco tempo, una manciatina di anni soltanto, e tutto e’ finito in un’indegna mascherata. Tutto, tutta l’anima che metteva nel cantare apparentemente indifferente al suo stesso aspetto fisico e abbigliamento, si, i tempi di Zurigo, con quella camicina a fiori e quella pancetta di giovane padre che si avvicina ai quarant’anni. Ma per non essere troppo crudele voglio dare la colpa allo “spirito dei tempi” che lui insegue per non restare indietro, e’ gia’ molto tempo che non approvo tutta la pubblicita’ che accompagna le sue pubbliche uscite, compresi i Cd e Dvd, ecc. Ma una cosa voglio dirti: ho scaricato in forma cartacea l’intervista su France Musique con Stephane Grant, quasi 11 pagine di poesia sulla musica e diciamo sulla vita, questi fogli li tengo molto cari, ogni tanto rileggo qualche frase, e vado anche a rivedermi il finale del Fidelio, la cosa piu’ recente, e l’unica che mi fa pensare che niente e’ cambiato, la sua interpretazione esistenziale/kafkiana mi dice Dolce&Gabbana non hanno potuto scalfire la sua Arte e…speriamo che sia cosi’ ancora per molto molto tempo.

    • Carissima, ho letto l’intervista di France Musique, ahme’, dice sempre le stesse cose , cioe’ probabilmente il suo ufficio stampa ormai fa fotocopie di interviste…perlopiu’ per telefono.
      Una cosa vera pero’ c’e sempre ed e’ la sua voce e la sua intelligenza nell’averla curata nel tempo anche con furbizia e parsimonia.
      La preziosita’ della sua arte sta soprattutto nella grande maestria acquisita nello studio liederistico.
      A me basta , molto piu del terribile ultimo Fidelio che non gli perdono, qui lo sai non siamo d’accordo e credo che non sia piaciuto molto neanche a lui….
      E’ stata le prima volta che ero contenta di non andarlo a salutare nel backstage, non mi piace dire bugie , ierinsera poi lo avrei preso a calci ….

  2. A volte sei sibillina, cara Adriana, io sono dura di comprendonio, vorrei sapere esattamente cosa vuol dire questo…over…non togliermi questa grande risorsa nella mia vita, cioe’ l’aspettativa di nuove fantastiche produzioni, per esempio mi fa gia’ sognare La Dannazione di Faust, cui lui ha accennato nella suddetta intervista dicendo che la preferisce al Faust di Gounod. Infatti quando fa dichiarazioni del genere mi trova sempre in sintonia. Si, sono poche le cose nuove che dice nell’intervista, ma quelle poche mi incantano, non togliermi questo piacere. Ti dico tutto cio’ perche’ i tuoi giudizi mi influenzano molto.

  3. Infatti, avevo capito male, avevo tradotto la parola over con “superato” e cioe’ che tu dicevi che per te era un po’ superato. Ma tu intendevi “esagerato”, “forzato”, e questo si, ma fa cosi’ a tutti gli show che ormai sono tutti cafonissimi, insomma si adegua e pare che gli piaccia anche tanto! Anche lui probabilmente vuole esorcizzare l’idea della morte e qual’e’ il modo migliore che non stare sulla cresta dell’onda, farsi stordire dagli applausi scroscianti, raccogliere le mutandine lanciate (che orribile visione!). La raffinatezza sta sparendo da questo mondo.

    • Anch’io avevo capito “superato” (gergo dei giovani – “I’m so over him”). Anch’io mi ero rattristita leggendo il testo assurdo di D&G “and his look will be completed by”. Macché “look”? sono vestiti, no? e per la Last Night of the Proms la comicità è di rigore, accidenti a D&G e i soldi e i contratti. E’ una grandissima festa popolare dopo otto settimane di concerti serissimi, fitti fitti, E’ una serata pazzesca, di un patriottismo eccessivo ma non finto, malgrado tutto che succede nel mondo, volgare, ma piena di gentilezza. E lui ha saputo risponderci. I piccoli gesti sprezzativi quando entra in scena con quella giacca indicibile, che poi addobba allegramente con un nastro preso fra i tanti sul podio, le risate scambiate con la folla (cui molti non lo conoscevano ancora), e poi l’ultima prova, la sacrosancta “Rule Britannia” dall’epoca del re Giorgio III, quando la Marina inglese dominava. Lui, un Tedesco. Non è un pezzo facile, sia per le parole contorte, sia per lo stile della composizione che richiede una fluidità ben lontana dalla musica del tardo ottocento. E ce l’ha fatta. Dignità, fuoco, ornamenti ottocenteschi, dizione perfetta, e poi la bandiera bavarese, nascosta in quella tasca elegante e spiegata con furberia all’ultimo momento. E oggi dove si trova Hanswurst? nel palazzo dello Sultan…. Ma le sue risate l’altra sera mi rassicurano che ha la forza e la volontà di sopravvivere. Dopotutto è un grande attore, e un amatore del F.C. Bayern. (E li do mille volte ragione sul “Faust” di Berlioz, che conosco fin troppo bene e che ha interpretato meravigliosamente, con Susan Graham e Jose van Dam, a Bruxelles nel 2002.) E si veste sempre malissimo per le interviste televisive. Soprattutto le scarpe. Mentre va a giro calzato in quella maniera, è ancora illeso.

  4. E allora, che dici Anna Maria Lucarini, non ci dobbiamo scandalizzare? Dobbiamo vedere le cose “a freddo”, digerirle lentamente, per poi perderci sempre di piu’ nell’ammirazione di un personaggio cosi’ poliedrico e capace di spiazzarci continuamente, di portarci dal sublime al “triviale” con grande disinvoltura ed il sorriso accattivante che ben conosciamo? Bene, io ci sto. Non posso perderlo, e che farei se no? Il 12 ottobre ci sara’ un’ Ariadne auf Naxos da Parigi, chi piu’ felice di noi?

  5. Scusa, nella fretta di rispondere ho sbagliato il tuo nome, Anne-Louise Luccarini. Io ho assistito a due di quei concerti alla Royal Albert Hall, due sinfonie di Mahler, la prima e la quarta, e’ stata una delle cose piu’ emozionanti della mia vita trovarmi in quel luogo, arrivarci con la Metro attraverso un lungo tunnel, concerti estremamente informali, c’era gente in piedi nel parterre e qualcuno addirittura disteso per terra. Sono tornata a casa il 5 settembre ma mi sembra ancora un sogno.

  6. Ieri sera ho visto un’Aida al cinema da Sydney, bello lo sfondo del teatro con le vele e lo sky line della citta’. Il palcoscenico era quello estivo all’aperto ma purtroppo la realizzazione era sovrabbondante, i costumi terribili, Radames con la divisa nazista e non sto ad infierire oltre. L’Australia e’ grande e lontana Anne-Louise, chissa’ dove sei tu, a Sydney, a Melbourne, Perth? Se hai visto questa Aida batti un colpo e facci sapere che cosa ne pensi, visto che ad Adriana non dispiacciono queste conversazioni. Oh mio sogno infinito, l’Aida di Monaco!!!!

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