Il pianista di Yarmouk

Unknown

 

Il Festival Adriatico Mediterraneo si è aperto come ogni anno con la consegna del premio che viene consegnato nella stupenda cornice della Cittadella di Ancona che fu progettatta dal Sangallo e che è attualmente la sede del Segretariato permanente per la Macroregione Adriatico-Jonica.

 

Il premiato , tenero e minuto , è un pianista ,anzi Il pianista di  Yarmouk come recita il titolo del suo libro .

Aeham Ahmad è nato vicino a Damasco in un campo profughi palestinesi e quando nel 2013 cominciarono gli attacchi di una guerra ancora non finita e che seminavano il terrore tra la popolazione lui prese il suo pianoforte e lo portò per strada dove suonava soprattutto per i bambini , cercando di portare briciole di serenità.

Poi il Califfato nel 2015 si impadronì del campo e Aecham  si vide bruciare il suo piano .

Ma ormai le sue foto tra le macerie avevano già fatto il giro del mondo e lui cominciò una fuga che lo portò attraverso i Balcani , seguendo tutta la  trafila dei rifugiati fino a che arrivò in Germania , dove fu accolto e gli procurarono ancora una volta un piano con il quale lui ricominciò a suonare per le strade , soprattutto per i bambini , poi ormai diventato un simbolo di amore e di pace i suoi concerti li fa davvero un po’ dappertutto.

Piccolo , minuto , dolcissimo e sorridente è una risposta viva a tanto terrore , tanta intolleranza che ci circonda .

Nel ricevere il premio ha ringraziato  e con un filo di voce rotta ha ricordato suo fratello al quale ha dedicato il suo libro , che ancora combatte lontano da lui.

 

Nel ringraziare faceva un gesto con la mano portandosela sopra il capo , la figlia dell’Imam presidente dell’OCOI , mi ha spiegato il significato di quel gesto , quasi strano:

“io ti metto sopra di me “, ti rispetto , non è un inchino anche se è un gesto antichissimo siriano, un gesto quasi di devozione.

Quando mi sono avvicinata a lui per dirgli quanto le sue parole mi avessero commosse quello stesso gesto lo ha fatto anche a me , sicuramente per i miei capelli bianchi e io invece mi sono sentita tanto piccola e indegna di essere oggetto di  un tale gesto di devozione.
La sera , nel cortile della Mole Vanvitelliana ha suonato per noi , il suo messaggio di pace e di speranza seguita a essere  una piccola voce nel mare di intolleranza che ci circonda .

Grazie Aeham.

 

4 thoughts on “Il pianista di Yarmouk

    • In questi giorni presto un po’ del mio tempo al Festival e faccio incontri straordinari

  1. Grazie Adriana, è una meravigliosa lezione d’amore, di speranza. Che tutti gli esseri umani imparino ad essere più tolleranti e a dare amore, e non diffondere odio.

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