Il magico viaggio d’inverno di Schubert

uno

Qualche tempo fa parlando con una mia insegnante di madrelingua tedesca il discorso è caduto sui nomi composti degli alberi e con mio stupore (non sapendola amante dei Lieder) lei ha cominciato a canticchiare l’aria del Lindenbaum, forse il più famoso Lied della Winterreise: meravigliata le ho chiesto se le piacesse Schubert e lei mi ha risposto che quella era un’aria popolare che lei ha sempre cantato, non la conosceva affatto come Lied.

Questo piccolo episodio mi è tornato in mente mentre leggevo il bellissimo libro di Jan Bostridge Il viaggio d’inverno di Franz Schubert; giustamente sottotitolato anatomia di una ossessione. In realtà il libro è talmente affascinante che pensarlo solo come una, per quanto dotta guida all’ascolto della Winterreise, si può finire per sottovalutarlo.

due

Un altro piccolo episodio casalingo: due anni fa ero in terrazzo al sole e la mia fida collaboratrice domestica stava spazzando il terrazzo dalle foglie del glicine.
Io ascoltavo un’incisione pirata (voce, pianoforte e tosse) del famoso ciclo che mi era arrivata via Fb da Vienna cantato da JK in una interpetazione particolarmente struggente.

La signora si era fermata incantata con la scopa in mano e l’aria intenta: non conosceva sicuramente la musica e non capiva una parola di tedesco, ugualmente però quelle note limpide, ferme e tristi l’avevano inchiodata all’ascolto.

Questo ciclo di Schubert ha in sé qualcosa di magico che trascende sia la conoscenza del testo che quella musicale e arriva al cuore e alla mente in un modo misterioso e indelebile.

Il bel libro di Bostridge è pieno di notazioni, inquadra storicamente la genesi del ciclo di poesie di Müller e di conseguenza la messa in musica da parte di Schubert delle medesime.
Pieno di riferimenti storici e letterali è il classico prodotto di una cultura anglosassone che consente una lettura piana e non erudita senza perdere il fascino avvincente di ciò che racconta.
Ci sono anche belle e raffinate illustrazioni che completano, per chi lo vuole, l’approfondimento circa il complesso periodo storico del primo ottocento a Vienna e non solo.
Ho ascoltato dal vivo Bostridge a Vienna in un bellissimo War Requem di Britten al Musikverein, è un cantante molto apprezzato dalla vocalità limpida e con una tecnica perfetta.

La sua esecuzione della Winterreise che ho ascoltato solo su YouTube invece mi ha purtroppo leggermente delusa: il mio orecchio abituato a tonalità più bronzee mi ha confermato che la voce di baritono (vedi Fischer- Dieskau) è la più vicina la mio gusto anche se il miracolo Kaufmann consente di coniugare la vocalità di tenore a quella che poteva essere l’interpretazione originale di Franz Schubert del suo ciclo: ma chissà come era l’esecuzione originale dell’autore in un salotto viennnese davanti ad un gruppo di amici, con l’accompagnamento di un pianoforte verticale! ….una curiosità che non potremo purtroppo mai levarci.

Consiglio questo libro a tutti coloro che non conoscono la magia ed il fascino della liederistica, un mondo raffinato e ahimè molto poco considerato nei paesi fuori della cultura germanica.

Ringrazio l’amica che scannerizzando la bella recenzione di Giovanni Gavazzeni su Repubblica mi ha spinto ad entrare in libreria a comprare il libro.
Ho passato giornate felici leggendolo e contemporaneamente ascoltando la mia Winterreise con tanto di affettuoso autografo in copertina.

E mi sono anche ricordata quel magico momento alla Scala, citato anche da Gavazzeni quando alla fine del ciclo, perso nel nulla il grido silenzioso del Leiermann, con un Kaufmann immobile nello sguardo perso, il teatro tutto si è fermato in quel silenzio magico che solo nei momenti sublimi sfocia dopo un tempo lunghissimo nell’applauso ad un tempo liberatorio e commosso complice di tanta emozione che il magico ciclo liederistico ci aveva lasciato.

Pare, ci conferma Bostridge alla fine del suo libro, che succeda regolarmente ogni volta chela musica si spegne nel silenzio finale.

tre

4 thoughts on “Il magico viaggio d’inverno di Schubert

  1. Un bel pensiero Adriana! Posso confermare che da noi (in Germania, Austria) il “Lindenbaum” è considerato come Volkslied e pochi sanno che è di Schubert, lo stesso vale per “..eine lustige Forelle…”

    • Non si finisce mai di conoscere , soprattutto del mondo musicale austro-germanico che am tanto…

  2. E di quali magie e incantamenti è benefico responsabile questo ciclo!!! Già sai della mia lucida follia!!!! E son già a tre Lieder studiati…..la resa forse sarà patetica…ma la gioia che provo cantando è grande!

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