Oggi è il 25 aprile , una importante celebrazione . Sono passati ottanta anni da quel giorno in cui l’Italia si liberò dalla dittatura nazi-fascista.

Un anno dopo ci fu la conquista del voto alle donne , due anni dopo il referendum  che ci regalò la  Repubblica ,  poi ci fu l ‘Assemblea costituente da cui nqcque la nostra bellissima Costituzione.

Avevo otto anni quando l’Italia divenne un paese libero  e appartengo a quel 1/% di cittadini ancora in vita che possono testimoniare il grande cambiamento del nostro paese e con orgoglio festeggiare la ricorrenza.

Ma oggi festeggio anche in memoria di un ragazzo che nel ‘43 lasciò i banchi del liceo a Udine e salì in montagna : il partigiano Rico , mio marito.

Da molti anni lui non c’è più , ci sono però la sua memoria intatta di professionista importante , di padre rigoroso , di sportivo leale.

Negli ultimi anni della sua vita mi diceva che avrebbe scritto per i nipoti un libro di cui mi resta solo il titolo :  Cari nipoti , vi racconto la Resistenza:
Il libro non fece in tempo a scriverlo e quel titolo che era tutto un programma rimase tra le sue carte interrotte improvvisamente mentre ancora si segnava le date per le udienze prossime alle quali avrebbe partecipato.

Allora io continuo testardamente a mettere fuori sul terrazzo la bandiera italiana , sperando che il vento di aprile la faccia sventolare gagliardamente e faccio un pezzo di strada del corteo , quanto le mie gambe ancora me lo permettono.

I miei figli , ormai a loro volta padri , hanno ben onorato la memoria di papà e i miei otto nipoti sono quei cittadini ai quali io passo il testimone sicura che sapranno ricordare il cammino difficile e travagliato che comunque la nostra democrazia ha percorso.

In questo momento difficile sento più che mai la necessità di ricordarlo , non vi lasciamo un paese esente da colpe , il mondo è tragicamente cambiato , sta a voi recuperare la strada maestra.