Elettra

 

La mia avventura teatrale con il teatro classico antico cominciò con Elettra di Euripide e fu un incontro fatale, in quel tempo ero aiutante del regista e disegnavo i costumi .

Volevo la mia Elettra come una specie di ragno intrecciata nel suo odio e nella memoria ossessiva del padre  ( in realtà per l’estrema pochezza dei mezzi tutto si risolse in una sciarpa neanche tanto abbondante che sembrò più una difesa contro il mal di gola che una tela di ragno)..

In Euripide la tragica figura ha anche un marito , mite contadino , che appare un attimo a segnare la condizione servile in cui è ridotta la nobile figlia di Agamennone.

In Sofocle Elettra è sola nel suo dolore ma sappiamo da subito che Oreste è tornato per compiere la vendetta agognata  e nella bellissima riduzione di Hofmannsthal il ritrovamento dei fratelli diventa catarsi e scena clou.

Piccoli slittamenti di un mito che per me ha trovato la sua perfetta conclusione nella musica di Strauss: il suo Agamennon … risuona come filo conduttore che sancisce tutta la vicenda.

Parto da lontano per cercare di analizzare freddamente lo spettacolo , che tanto successo ha avuto nell’edizione 2025 del ciclo di spettacoli siracusani.

Dirò subito che non ho trovato lo spettacolo all’altezza dell’Edipo di Carsen  che lo ha seguito ,

 Nell’ansia di costruire qualcosa di nuovo qualche volta si eccede in modernismo e l’occasione di avere una grande interprete non influenzata dalla tradizione siracusana ha prodotto un risultato ambiguo in cui  risalta splendidamente Anna Bonaiuto nel tremendo ruolo di Clitennestra , lei sicuramente vincitrice nell’agone teatrale con Sonia Bergamasco , troppo preoccupata di restare contemporaneamente fuori ogni classicismo ma anche troppo lontana dalla ieraticità che il testo richiede.

Mi è mancato il coro , non bastano le svolazzanti allieve dell’INDA a scandire il tempo classico , come non mi ha convinto il pianoforte che ovviamente la Bergamasco suona davvero ma che mi è sembrato un banale espediente teatralmente superfluo. 

Nell’insieme uno spettacolo interessante , appesantito da una scenografia francamente brutta e da alcune scivolate fuori tono come la caricatura di Egisto che sottrae tragicità al momento di orrore .

Sappiamo che i delitti non avvengono in scena , li dobbiamo sentire sulla pelle , le urla troppo forti non aggiungono brividi alla parola.

Sofocle lo sapeva bene.

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