delle Marche

 

 

 

 

montebove21

Quando arrivai nelle Marche ero una giovane orgogliosa della sua origine toscana e non capivo molto la bellezza tranquilla di questi paesaggi .

Poi piano piano sono entrata nella quieta bellezza azzurrina dei fondi delle tele marchigiane che a cominciare dal Quattrocento hanno narrato questa terra dura di rocce con i paesaggi sommessi e sempre un po’ metafisici raccontati dai pittori della scuola di Camerino.

Una vita la mia , anche politica , a girare le Marche e a scoprirne la bellezza nascosta, a conoscerne la natura delle genti : dalla costa fino alla montagna a riconoscerne il linguaggio dolce e le  espressioni ironiche e distaccate.

Gente che non “ se la tirava” direbbero i ragazzini di oggi .

Piano piano la mia toscanità si è stemperata in questa regione e adesso posso serenamente dire di essere tanto innamorata delle Marche e delle genti che la abitano con le dovute distinzioni tra la costa troppo urbanizzata ,la bellezza della fascia collinare e l’affascinante povertà della sua montagna spopolata.

Questi giorni in cui abbiamo ballato parecchio anche ad Ancona , ma da noi non facciamo mai notizia , ho rivisto in televisione i tesori perduti delle pievi diroccate e la gente composta avvolta nelle vestaglie con le ciabatte ai piedi rispondere con ironia alle domande cretine dei troppi giornalisti in cerca di scoop che tanto qui non troveranno mai risposte drammatiche.

Il marchigiano non ama l’iperbole , qui si è molto più ricchi di understatement dei londinesi della City.

Mi ritrovo piena di ricordi :a Ussita ci andavo a sciare ( i giornalisti ne sbagliano anche l’accento sul nome ) ad Amandola c’era un bel Festival teatrale , a Camerino una stupenda mostra con il grande critico Pietro Zampetti..

Una bella ragazza che ci faceva da guida mi raccontò di una signora milanese che guardando la Madonna della Candela del Crivelli disse : è più bella quella di Brera ! Ma guarda caso era proprio quella lì in mostra , la ragazza sorridente non volle offendere la signora dicendoglielo, una classica reazione tipicamente marchigiana.

I terremoti qui ci stanno di casa , alcuni non fanno molta notizia . Per esempio nel 73 ad Ancona ne abbiamo avuto uno bello tosto con uno sciame sismico che ci ha accompagnati da gennaio a settembre .

Nel 97 uno molto grande che ha colpito un po’ più a nord dei luoghi feriti di questi giorni .

Sempre senza clamore , in questa terra di confine dello stato pontificio , le cose sono sempre state fatte con modestia e tranquilità , anche le ricostruzioni dopo i terremoti.

Sono sicura che anche questa volta , piangendo i tesori perduti , dei quali l’Italia si accorge solo nel momento che non ci sono più ,la gente marchigiana rialzerà la testa sperando che questa faglia che ci spinge verso la Croazia ci lasci respirare quel tanto che serve per tirare il fiato tra una scossa e l’altra.

4 thoughts on “delle Marche

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