Del fare memoria

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In una recente intervista Jonas Kaufman ammette di avere una grande memoria e di essere capace in due o tre notti, sì perché pare che di notte gli riesca meglio, di studiare o di rispolverare un intero spartito.

Questa affermazione mi è tornata in mente leggendo una delle raccomandazioni che Umberto Eco faceva ai suoi nipoti e ai suoi allievi: non smettete di imparare a memoria le poesie, i le date, i luoghi geografici.
Esercizi ormai desueti e che invece sono preziosi per mantenere il cervello attivo anche col passare degli anni.

Nella mia esperienza di operatore teatrale nella scuola ho notato quanto il “fare memoria” aiuti poi i giovani anche laddove sembrerebbe non essere utile .

Non a caso i miei studenti/attori poi riescono meglio anche in quelle materie nelle quali l’esercizio della memoria non sembra essere fondamentale.
Per tornare a Kaufmann se ne elogiano tante qualità, non tutte legate alla sua splendida e particolarissima voce e faccio riferimento soprattutto a chi, un po’
per sminuirlo, ne loda molto anche l’avvenenza fisica, alla quale aggiungo una istintiva e strepitosa capacità attoriale oltre alla indubitabile preparazione musicale.

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Tutte pregievolissime qualità che nell’insieme formano lo “startenor” amato in tutto il mondo.
Ma nessuno si sofferma anche su questa dote , credo in grandissima parte naturale, che lui ha per la memoria.
Il suo vastissimo repertorio operistico , il suo destreggiarsi nella liederistica, anche laddove la memoria diventa un elemento di fascino aggiunto e la sua facilità nel passare da una lingua all’altra in una banale conversazione all’uscita dei teatri confermano che se la natura è stata con lui provvida di doni non ultimo e non meno importante è quella specie di banca dati mostruosa che ha nella testa, oltretutto ben ornata di piacevoli ricci.

A mia memoria , e ormai lo seguo da un certo numero di anni, l’ho sentito una sola volta sbagliare ed è stato il meraviglioso siparietto durante il “nessun dorma “ alla Scala.

Gli facciamo venia per l’emozione , per la stanchezza dell’ultimo bis, ma ancora “chapeau “ per come è riuscito a riprendere l’aria in un modo strepitoso reinserendosi a tempo nella romanza, quasi fosse stato uno scherzo preparato.

Poi a ben pensarci anche a Vienna una volta si è scordato uno dei Wesendonck lieder, meno male, anche lui in fondo non è del tutto un alieno!

4 thoughts on “Del fare memoria

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