Cronache napoletane , due

“Già i sacerdotoi adunasi “ comincia a cantare Luisa a colazione e io le faccio eco tutto il giorno,anche davanti alla bellissima mozzarella di bufala campana che mi concedo quando  la mia amica si regala la sua classicissima pizza Margherita in famosa pizzeria nella quale , in tempi normali devi avere una forte raccomandazione per entrare.

E i sacerdoti seguitano ad adunarsi quando con grande piacere e attraversando i pochi metri che ci separano da Piazza Plebiscito facciamo scorta ad una meravigliosa Maria come due zie orgogliose , anche perché abitiamo nello stesso residence.

Lei stasera è spettatrice , ma Lissner quando la vede non se la lascia sfuggire e le dà pure un grande abbraccio con bacio a favore di foto .

Parterre des Roi , in piazza –teatro c’è il pienone , c’è anche l’attesa dei grandi eventi , anche se molti si sono già goduti la prima di questa Aida stratosferica .

Che dire ? comincerò dalla musica e da Giuseppe Verdi che questo must lo scrisse nel fulgore della carriera e che rimase appiccicato all’Egitto e al Canale di Suez , perlomeno per me che arrivando tanti anni fa per la prima volta a Tebe mi venne da esclamare :effetto Aida.

Invece Aida è una grande musica di un grande dramma intimo , ma per capirlo ci vuole un grande direttore e questo lo avevo capito poi già tanti anni dopo.

Michele Mariotti la dirige alla grande e diventano preziose sotto la sua bacchetta anche le danze e le pagine più trionfali ; ha un gesto molto elegante come molto preziosa diventa tutta la sua direzione.

Aida è Anna Pirozzi e mi fa tenerezza il suo : ce la metterò tutta , quando l’ho salutata in piazza prima dell’entrata in scena .

Ce la mette tutta davvero , con la sua stupenda grande voce che si dispiega sicura , niente affatto intimidita da cotanto senno che la circonda.

L’Amneris di Anita ha una potenza di fuoco da sbalordire , bellissima e davvero regale nella sua bianca veste è quella principessa offesa del suo intimo , una belva ferita e una dolente creatura sconfitta nella sua invocazione finale.

Ottimo l’Amonasro di Claudio Sgura , l’unico che non dà neppure uno sguardo allo spartito davanti ,l’opera è data in forma di concerto , ma senza i palmizi e i negretti saltellanti si riescono a sentite meglio anche tutte le tensioni umane che la grande musica verdiana regala ai suoi personaggi rendendoli più reali del reale.

Lascio volutamente per ultimo il divo per eccellenza , per cui sono qui le schiere di adoranti ancelle , anche quelle indigene che se lo mangiano con gli occhi.

Il suo Radames rovescia tutte le impostazioni scontate del guerriero senza spessore  . E’ un uomo innamorato e sprovveduto che si riscatta con la dignità che il ruolo di comandante richiede e che il destino gli aveva concesso.

Il solito eroe sconfitto , è la sua cifra stilistica più vera e che lui  interpreta con  suo stile inconfondibile calandosi nel ruolo .

Stasera ha rinunciato alla giacca e ha fatto bene , probabilmente si è anche accordato con Sgura , ma i due uomini non hanno bisogno di altro che la voce per essere quello che i loro personaggi richiedono.

Tra le due rivali che se lo contendono quest’uomo indifeso riesce pure a dimostrarsi in tutta la gamma espressiva che il ruolo richiede : è fiero , innamorato , orgoglioso , ribelle fino al gesto uscendo di scena nel duettone con Amneris.

Infine è l’uomo sconfitto ( e tanto tanto sudato! ) quando la fatal pietra sopra lui si chiude , portandosi dietro la sua  adorata schiava Aida e non riescono neppure i mortaretti napoletani infernali a distrarci e a distrarlo nella stupenda scena finale con coro e Amneris invocante pietà.

Dopo spettcolo avevo una mission : aiutata da Maria cerco di avvicinarmi a Jonas e ci riesco : ho da dargli una foto con dedica , fatta a Londra alla fine del Fidelio il fatale 3 marzo, quando per me e poi dopo anche per lui calammo tutti nel baratro del Covid 19.

Avrei voluto che ci facesse sopra una delle sue classiche risate ma non avevo fatto il conto con le vestali che lo attorniavano gelose e soprattutto non avevo pensato che ben difficilmente avrei catturato una sua classica risata a trentadue denti  con indosso  la mascherina.

Alllora ho ripiegato sul programma di riserva e rifendendo la folla gli ho chiesto di farci il serfie d’ordinanza : quello gentilissimo me l’ha fatto , così io potrò dare seguito al mio ultimo piccolo libro con una seconda edizione riveduta e corretta.

Prima di andare via dal retropalco gremito la futura sposa che pare avesse anche trovato le scarpe per le nozze mi ha regalato i suoi confetti, auguri Roberta , spero proprio di ritrovarti presto a Napoli , magari anche con la borsa cocomero di Annuska!

La cenetta a tre in camera con Maria e Luisa dopo la spasmodica ricerca di un qualunque locale aperto a quell’ora e poi trovato a pochi metri dal nostro Hotel gestito da due gentilissimi giovani che stavano per chiudere , un take away perfetto, ha coronato la stupenda giornata .

Maria in pigiamino è ancora più bella e più ragazzina , ci facciamo quattro chiacchiere notturne e il cibo si è rivelato pure buono.

Per tutto il resto , come direbbe la pubblicità , c’è mastercard.

2 thoughts on “Cronache napoletane , due

  1. Grazie Adriana! Mi fai ridacchiare con le tue piccole allusioni…e pian piano ripiango che non sono venuta a Napoli, la città che mi sta più al cuore.

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