Carlos in gabbia,

 

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L’avevo già capito dalle sfocate immagini rubate da Twitter e soprattutto dalle mezze frasi ironiche di Jk quando aveva detto che ci sono registi il cui obbiettivo è distruggere il mito Kaufmann.

Devo dire che questo Don Carlos alla francese è un capolavoro di psicanalisi , non per la messiscena piuttosto per quello che è passato nella testa del regista .

Riusciranno i nostri eroi Verdi e Jonas a combattere tanta stupidaggine ?

Verdi ce la fa , la sua musica è talmente bella e sublime da reggere gli stravolgimenti gratuiti del suo capolavoro, in quanto a Kaufmann ha tanto carisma da riuscire con pochi sublimi accenni , anche quando è praticamente invisibile nella prigione , da rendere palpabili le sue controscene.

La versione francese , più lunga e più complessa , ha qualche momento di troppo ma aggiunge anche pagine bellissime , specie nell’atto più politico, quello nello studio del re.

Il problema vero è che se per caso un ragazzo arrivasse , magari anche col libretto in mano a vedere questo Don Carlos penso che ci capirebbe ben poco.

Forse sulla carta è affascinante cominciare dalla fine , tutto un ricordo nella mente di un uomo fragile ( e Kaufmann ci va a nozze!) ma si perde la meraviglia dei tre duetti d’amore , si perde lo strazio di Carlo per la morte di Posa e si aggiungono scene volgari per la splendida Eboli di Elina Garancia , si fa di Filippo secondo un ubriacone e per il Posa di Tezier ,vocalmente perfetto, una sorta di quell’Jago che l’estate scorsa non ha potuto cantare.

Serviva tutto questo “ pour épater les bourgois” ?

Evidentemente si anche se c’era pure bisogno delle didascalie per spiegarci che si era a Fontenebleau, al chiostro di San Giusto e via cantando ..

Ho avuto qualche momento di incertezza a capire a che punto eravamo quando è apparsa una sala d’armi poi mi ha aiutato la musica : era l’aria del velo , con tutte le spadaccine in bianco e la principessa Eboli , lesbicheggiante in nero.

Non parliamo dell’Autodafé , che non c’è proprio : un solo tristissimo prigioniero e via la …« voce dal cielo », nell’insieme siamo piuttosto dalle parti di un paese satellite comunista degli anni cinquanta, il che in ultima analisi ben poco spiegherebbe il potere della chiesa , ma questo il regista chiaramente non se lo è domandato .

Nell’insieme tutto diventa un conflitto molto borghese , con arredi che ne accentuano la meschina modestia.

Il momento più bello resta comunque il Lacrimosa cantato da Jonas tutto in mezzavoce sul corpo di Posa , il canapé dunque serve a qualcosa , nel caso coperto da una vistosissima bandiera spagnola,

 

Uno spettacolo tutto sommato bruttino , peccato sprecare un cast così lussuoso e, con tutto il rispetto per i bravi cantanti del secondo cast credo che questo Don Carlos fililogico non avrà vita tanto lunga,

Comunque sarà interessante vederlo al cinema il 19, o su Arte per chi non ha il cinema a portata di mano.

 

 

 

 

9 thoughts on “Carlos in gabbia,

  1. Grazie ! Mi hai dato una bella risata col caffé mattutino. Povero Warli ! Meno male che ci sono tante stelle nell’oscurità. (Posa/Iago – si ! l’abbiamo avuto finalmente). Purtroppo a Sydney non c’è né Arte né cinema a portato di mano.

    • Vedrai che presto qualche anima buona posterà il video ….intanto ci sono dei piccoli pezzi pirata anche sulla mia pagina Fb. Altrodime.

      • Io su Fb non ci sono più. La mia unica speranza è YT, e di solito ci arrivo, prima o poi, grazie a….qualche anima buona.

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